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I cinque luoghi dove mi sento più a mio agio

I cinque luoghi dove mi sento più a mio agio:

1) nel bosco, seduto o sdraiato sulle foglie o sull’erba;

2) in una chiesa vuota – o giusto con due vecchie in un angolo come comparse;

3) sui divanetti della Tirrenia, rigorosamente in modalità passaggio ponte durante la traversata notturna;

4) nei terminal vuoti dei grandi aeroporti, seduto per terra, con le cuffie in testa;

5) negli alberghi anonimi, seduto sul letto, a guardare canali come Focus, Dmax o Real Time in tv.

BONUS: astrazione totale in situazioni di dissociazione ed esperienza extracorporea data da sostanze, privazione di sonno o callella livello near-death-experience, privo di un Io, vuoto, leggero e indifferente, di solito in enormi deserti alieni e molto oscuri.

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random situations

accompagno un’amica alla stazione, la saluto, è l’una circa, molto caldo, molto sudore. all’uscita della città vedo due autostoppisti che – penso – non prenderà mai nessuno: ho caldo, ho un dito del piede rotto e non dovrei guidare, sono stanco, ho sonno, ho fame, sono in macchina da ore, sono in riserva e non so nemmeno se i soldi che ho sulla carta bastano a mettere benzina – dunque accosto e gli dico di salire. sono due 20enni francesi, una coppia. lui sta dietro, non parla. lei sta davanti, molto sveglia e simpatica, parliamo in un mix di inglese brutto, italiano inventato da lei, francese inventato da me, qualche parola in spagnolo a caso. mi chiedono di portarli in un punto qualunque vicino ad A., che dista da lì un’ora circa e dove io non devo andare, è nella direzione opposta. dunque decido di portarli esattamente alla stazione dei treni di A. lei mi chiede se io abiti lì vicino, le dico “mmm not esactli”. mi chiede allora come mai li voglio portare fino a là e le dico “parschè… because i love random situations”. lei ride, un po’ divertita e un po’ oddio qua finisce male, mi pare che perfino lui dietro dia qualche segno di vita. poi le dico le frasi che mi ricordo in francese e chiacchieriamo, cosa fa lei, cosa faccio io, l’italia, la francia, la sardegna, il piemonte, queste cose da passaggio in autostop. davanti alla stazione dei treni di A. mi salutano e ringraziano. io riparto: mi ci vuole un’ora per tornare a casa, ho tipo attraversato la regione. potrei strizzare la maglietta e usare il sudore come benzina. questo post non ha una fine.

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[ˈkæp.tʃə]

ma questa cosa che per scaricare le puntate di battlestar galactica (ogni tanto me lo riguardo tutto) il captcha mi chiede ogni volta di spuntare “non sono un robot”

LOL no no giuro, non lo sono, veramente.

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Perfino il terribile diveniva banale

Cercò di leggere un testo elementare di economia; lo trovò noioso in modo insopportabile, come ascoltare qualcuno che raccontasse interminabilmente un sogno lungo e stupido. Non riusciva a costringersi a capire come funzionavano le banche e così via, poiché le operazioni del capitalismo erano altrettanto prive di significato, ai suoi occhi, quanto i riti di una religione primitiva: altrettanto barbariche, altrettanto complicate e innecessarie. In un sacrificio umano agli dèi ci poteva almeno essere una terribile, malintesa bellezza; nei riti dei cambiavalute, in cui si dava per assodato che l’ingordigia, l’ignavia e l’invidia fossero gli unici moventi degli atti umani, perfino il terribile diveniva banale.

da “Dispossessed: an ambiguos utopia” di Ursula K. LeGuin, 1974

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Il vaso infinito

Il mio paesaggio da colazione

Lo scorso inverno abbiamo messo fuori dalla finestra della stanza dove facciamo colazione questo vaso con dei ciclamini rosa. Al momento i ciclamini non hanno più i fiori, ma torneranno. Nei mesi successivi si è creato un ecosistema magico, con apparizioni imprevedibili, frequentazioni sorprendenti, continue trasformazioni. Questa è una fotografia dello stato attuale.

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Come ilpost.it ridimensiona le notizie sulle esercitazioni militari in Sardegna, spiegato bene

in questi giorni sono in corso importanti esercitazioni militari in diverse zone del sud della Sardegna. un grande dispiego di forze per operazioni militari simulate che bloccano enormi aree dell’isola (in particolare davanti alle coste) e coinvolgono eserciti di diverse nazioni appartenenti alla Nato.

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San Danno Der Fomento

il rap italiano sappiamo com’è messo, una roba imbarazzante, tutto soldi e tamarrate, ritornelli, piccoli idoli, dischi che quando sono belli un amico te li consiglia con la premessa “è bello per essere italiano”, un po’ come si fa col cinema, tranne ovviamente le solite eccezioni che confermano la regola (ma veramente poche eh).

ma non è di questo che voglio parlare ora, anche se mi interessa. in realtà voglio solo segnalare una cosa. ovvero un documentario che ha fatto Danno dei Colle Der Fomento.

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Buddha in cielo, teschi che ballano, musica per gatti e scarpe che mi fottono nella continua dissoluzione dell’io

senza titolo eh? due anni fa mi ero messo a disegnare tutti i sogni che facevo, per fortuna pochi, perché era faticoso. e poi non li segnavo tutti-tutti, perché non sempre ne avevo voglia, in realtà ero particolarmente interessato agli oggetti che la mia mente generava, oggetti onirici, inesistenti e spesso insensati. disegnare i sogni era divertente ma anche faticoso, e poi ci sono tante cose da fare e siamo schiavi del capitale, insomma ci siamo capiti, quindi ho smesso.

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Geronimo Stilton amico delle guardie

non si sa perché, dai tempi dell’infame Topolino, i topi stanno da una certa parte, mentre i gatti no, giacché All Cats Are Beautiful. l’altro giorno ho visto la copertina di questo libro e ho avuto l’ennesima conferma:

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Concerto degli Autechre, ecco com’è andata

siccome il prossimo novembre 2022 ci sono gli autechre a torino e ho intenzione di andarci, ho chiesto a una AI di dirmi com’è andata. ho messo come termini solo il mio nome e “autechre”:

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Gag potenzialmente trash in film d’autore

versarsi acqua ghiacciata sul pene per diseccitarsi: toro scatenato

spegnere una candela scorreggiando: fanny et alexander

donna che masturba due uomini contemporaneamente: novecento

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aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalberi

da un po’ di anni apprezzo molto i dipinti di tomás sánchez, artista cubano che rappresenta principalmente alberi e foreste, paesaggi onirici, interiori, ma molto realistici.

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Una delle poesie più belle che conosco

“Miles To / March 31,1966” (1970) di Dan Graham, una delle poesie più belle che conosco.

 

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La fan art della polizia

dopo oltre un decennio di studio sul carabinierismo mi sembra doveroso, in quanto guaritore del M.A.I. (perché al M.A.I. non abbiamo curatori, ricordiamo, ma proprio guaritori) occuparmi delle forme artistiche nate spontaneamente nei gruppi fb di poliziotti e fan della polizia. sono iscritto a un gruppo da anni, la descrizione è “dedicato a tutti coloro che amano la Polizia di Stato”, e com’è e che tipo di post vengono pubblicati direi che potete immaginarlo. quella che forse non potete immaginare è la fan art prodotta all’interno del gruppo.

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Non nascita, non morte, magia impromptu e candeline da spegnere

L’altro giorno dovevo prendere l’aereo. Stavo camminando nel breve tratto tra la fermata del treno e l’area delle partenze, quando davanti a me ho notato che la colonna di persone che si dirigeva verso l’aeroporto ha iniziato a rallentare, per poi fermarsi. Ho percepito un movimento strano, non ho capito cosa succedeva. Dieci, forse quindici passi dopo, per terra c’era un uomo appena morto. Sopra di lui una ragazza che gli praticava il massaggio cardiaco. L’uomo era sui sessanta, aveva gli occhi aperti e la bocca spalancata. La sua camicia era leggermente sollevata e si intravedeva la pancia. A fianco a lui il trolley, rimasto in piedi. Sotto la testa una pozza di sangue si allargava lentamente. Non me ne intendo, ma mi è sembrato chiaramente morto sul colpo. La ragazza si affannava con il massaggio cardiaco, poi sono arrivati due paramedici dell’aeroporto, ma tra loro li ho sentiti dire qualcosa che non ricordo ma che alludeva al fatto che non c’era niente da fare. Una scena triste, non c’è che dire.