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Ma pur mi piace languir così

Invidio molto i musicisti perché dagli abissi peggiori dell’esistenza riescono a ricavare sempre qualcosa di sublime. Almeno, quelli bravi.

Ieri il mio amico Enrico ha sentito l’audio che ho registrato fuori casa e oggi me l’ha rimandato così, in versione musicale.

http://www.harrr.org/vmc/wp-content/uploads/2014/11/meh_mixdown.mp3

La cosa paradossale è che ora dentro casa ascolto l’audio di fuori casa, e mi piace.

Le finestre  sono chiuse, le ambulanze sono lontane.

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Fuori di me

A volte dico: vado a fare una passeggiata, ed esco di casa.

Questo è quello che si sente fuori:

http://www.harrr.org/vmc/wp-content/uploads/2014/11/Voce-002-online-audio-converter.com_.mp3

Questo invece è quello che si sente dentro casa:

http://www.harrr.org/vmc/wp-content/uploads/2014/11/Voce-003-online-audio-converter.com_.mp3

C’è poi una mezza via.

Infatti a volte dentro casa apro la finestra e sento quello che c’è fuori. Quasi sempre un’ambulanza in lontananza (l’ambulanza è stata chiamata così per questo motivo).

A volte che viene verso di me, a volte che si allontana da me.

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100 trucchi infallibili per risparmiare

copertina

E finalmente ecco l’ebook. Sono molto contento della copertina.

Qui il pdf: http://www.harrr.org/vmc/wp-content/uploads/2014/11/100trucchirisparmiare.pdf

Qui l’epub:  http://www.harrr.org/vmc/wp-content/uploads/2014/11/100trucchirisparmiare.epub

Molto probabilmente è pieno di errori, ma il tempo è denaro e quindi anche quello va risparmiato. L’importante comunque è il contenuto. L’inverno sta arrivando, basta fare le cicale, è il momento di fare le formiche.

SCARICATE, LEGGETE, CONDIVIDETE, RISPARMIATE.

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Islamizzazione della società: perché non conviene

Come spiegato da questo commentatore del Corriere.it, si sconsiglia di investire nello Stato Islamico, sarebbe un disastro in particolare per il settore cani (l’analista calcola un – 20 milioni, in forse quello dei gatti) e anche in quello turistico, dato che nessuno andrebbe più al mare a vedere le donne. Cali drastici anche nel settore vocaboli: con l’Islam radicale non esisterebbe più la parola ecologia.

corriere

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Estasi del conflitto

  • bisogna dire due parole su questi animali che si fanno fotografare con altri animali, il ghepardo che  cresce  con i cani, l’oca che vive con i gatti, l’asino con il delfino: basta, non se ne rendono conto ma è incredibilmente dannoso. è proprio da queste situazioni che nascono tutti i problemi che affliggono il mondo, l’illusione che la convivenza tra diverse specie sia possibile. queste ingenuità sono pericolose e per questo da condannare. la prossima volta che vedete un cane che gioca con un maialino pensate allo Stato Islamico.
  • inevitabile pensare a quando verrà il momento in cui gianni morandi starà male, gli verrà qualcosa di brutto, una paresi, qualcosa che lo costringerà a letto, e inizierà a postare autoscatti da lì, documentando ogni giorno della sua malattia, fino all’agonia, fino alla morte. spiace pensarlo e chiedo scusa a tutti, in primis a morandi che mi è sempre piaciuto molto, però so di non essere l’unico a pensarlo, sappiamo che potrebbe succedere.
  • pare che il battito di una farfalla possa scatenare un uragano. le farfalle però limitano questo potere. infatti nel mondo ci sono pochi uragani, non tanti quante sono le farfalle almeno. questo significa tre cose: le farfalle sono buone, ma in mezzo ce ne sono alcune molto stronze, però è normale, è sempre così nei gruppi. seconda cosa: verrà il giorno in cui dovremo sterminare tutte le farfalle esistenti. terza cosa: trattate bene la prossima farfalla che incontrate.
  • non credo che mi abituerò mai a questo fatto di essere separato da pochi centimetrici di cemento da altre persone. le sento parlare, cantare sotto la doccia, sono qui. sono vicino a me. potrei parlarci salutarle strangolarle, è uguale. sono qua, a disposizione, eppure lontane e incomprensibili, c’è la stessa distanza della tendina della doccia, quando il corpo dall’altra parte appare sconosciuto, informe, potenzialmente pericoloso, anche se è separato da pochi millimetri di plastica.
  • Sono sulla banchina di Port Royal, in Giamaica. La brezza del mare mi fa starnutire. Sento arrivare due uomini che parlano in un inglese sporco e ogni tanto ruttano. Mi abbasso e mi nascondo dietro un mucchio di reti. Stanno fumando la pipa e parlano di una nave che salperà tra poco. Capisco che è la mia nave. Li seguo con lo sguardo e li vedo sparire sull’oscurità del molo. Mi guardo intorno, mi alzo e vado in quella direzione, deciso a non perdermi la partenza. Tra me e la nave c’è però la signora nera, quella che chiede i soldi per comprare il latte al bambino, sempre lei. Mi immobilizzo, ancora una volta con il terrore di far tintinnare le monete nella mia tasca. Lei però si accorge di me: forse ha sentito il pensiero delle monete tintinnare nel suo cervello. Approfittando dell’oscurità mi dileguo, mi nascondo in un baule, è scomodo ma riesco a starci intero, lo chiudo. Un’ora dopo mi risveglio nel trolley di una hostess Ryanair. 
  • dubbi: le vecchie foto sui mobili di casa con i parenti mai visti che sono morti prima che io nascessi. saranno davvero miei parenti? c’era davvero qualche legame con la mia famiglia? oppure sono foto che si tramandano di generazione in generazione, come quelle che ci sono nelle cornici quando le compri?
  • Classifica “sono i suoi fan che non mi piacciono”: 1) David Foster Wallace 2) Bukowski 3) i Peanuts 4) Wes Anderson  5) Genesis 6) Gesù (in aggiornamento)
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Generazione perduta

E’ purtroppo ormai molto diffusa tra i più giovani la pratica di fotografarsi con la droga, con i soldi e talvolta con le armi, principalmente per spirito trasgressivo o di emulazione. Molto spesso queste foto vengono poi condivise ingenuamente sui social network, dove è facile trovare adolescenti in pose da gangster con panetti di fumo o droghe pesanti, mazzette di euro o altro.

Pochi sanno – e quei pochi non ne vogliono parlare – che questa triste pratica è diffusissima anche tra i carabinieri. Come dimostrano queste foto.

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Scatti che fanno piangere il cuore. Notare lo sguardo di questi sopra, furbo, compiaciuto, come dire “ehi guardatemi, sono più figo di voi perché ho della sostanza stupefacente”. O del carabiniere qua sotto, che inclina leggermente il capo in modo che la visiera copra parzialmente il suo sguardo da duro, mentre mostra piante di droga sulla scrivania della sua cameretta…

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E cosa dire di questi due che addirittura costruiscono castelli con 3 quintali di panetti di hashish? Bravi, bravi, i vostri genitori saranno contenti.

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Anche nella foto che segue lo sguardo da duro tradisce le insicurezze e le fragilità tipiche di chi vuole sembrare grande e cattivo. Un po’ di droga dentro la valigia di mamma e papà, un amico a fare la foto  da mettere su Facebook, e speriamo che mamma e papà non tornino prima!

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Altri esempi. Anche qua sembra di sentire la voce della mamma: “Antoniooo la cena è prontaaaa! Resta anche il tuo amichetto a mangiareeee??” e Antonio che risponde “Mamma lasciaci stare stiamo facendo delle coseeee!”.

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Qui ecco invece un carabiniere tenta di usare l’infernale bong, aggeggio usato per fumare la droga:

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In questo scatto sconvolgente ecco due amici che si preparano ben 5 siringhe di droga a testa… ovviamente sempre davanti all’obiettivo fotografico, perchè c’è l’ossessione di condividere su Facebook con gli amici, sempre per dire “guardate che trasgressivi che siamo”.

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Ci sono poi le foto dei dettagli, dove emerge un compiacimento che mette i brividi, ma grazie alle quali è possibile ricostruire il loro mondo, quello della solitudine delle loro camerette, i loro oggetti preferiti, i cellulari fuori moda, il bilancino, la paletta, e l’onnipresente maledetta droga…

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Per fortuna poi ci sono anche i bravi ragazzi, ancora per un po’. In questa ultima  foto un bravo carabiniere mostra orgoglioso i suoi cd preferiti:

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E infine dei carabinieri con i loro giocattoli preferiti. Ecco, queste sono le foto che vorremmo vedere.

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Intervista a un melariano ariano kazako (da Vice)

Vistlastz è un melariano ariano del Kazakistan, è nazista, antispecista, fuma il crack, rifiuta i colori, l’ora legale, le strette di mano, molte parole che iniziano con la N (ma non tutte), si nutre solo di clisteri di mela e odia negri, ebrei e omosessuali. Non è poi così strano come può sembrare, anzi è un ragazzo alla mano e, se non fosse per la mela a forma di svastica tatuata sulla fronte, sarebbe un tipo qualunque. Lo incontro in un locale di Milano dopo una notte passata a farci foto strane, ridere come pazzi e assumere sostanze stupefacenti.

Vistlastz, quando hai capito che ti saresti nutrito solo di frullati di mela infilati nel culo?

A 12 anni avevo già capito di essere diverso dopo aver letto Mein Kampf. A 13 fondai un gruppo punk vegano, a 14 occupai una casa e insomma per farla breve a 23 anni ho già divorziato 2 volte, ho 7 figli, sto perdendo i capelli e non ho ancora imparato a suonare uno strumento musicale.

Può essere anche colpa della tua dieta?

Non so, forse sono io che mi applico poco.

Intendevo per la perdita dei capelli. Forse è perché sei melariano?

No, figurati. Io da quando sono melariano ariano sto benissimo. Ma per rispondere alla tua prima domanda… Credo di aver capito che mi sarei nutrito solo in questo modo a 16 anni, quando mia madre è morta.

Aveva il cancro, giusto?

Sì, ma  non è morta per quello. Lei ha fatto tutta la vita la groupie dei più grandi gruppi punk kazaki, ma ormai alla sua età (aveva 37 anni) era in pensione e un po’ malandata.

Era anche eroinomane, giusto?

Sì, ma non è morta per quello. Ha sempre avuto una vita sfortunata, povera donna.

Ha avuto anche una storia con un serial killer cannibale stalinista, giusto?

Sì, ma non è morta per colpa sua.

Com’è morta?

Investita da un treno. Con tutti quei concerti punk aveva quasi perso l’udito e non si è accorta che arrivava il treno.

Mi dispiace. Ma lei che ti diceva della tua dieta? Non ti chiedeva perché non mangiavi come tutti gli altri?

No, è sempre stata molto aperta. E poi odiava cucinare, quindi le andava bene così. All’epoca ero ancora parzialmente vegano crudista di corrente fruttariana ascendente banana.

Senti, ma tu odi di più i negri, gli ebrei o i carnivori?

Bella domanda! In realtà sono la stessa cosa, dato che tutti i negri e tutti gli ebrei sono carnivori.

Ma non tutti i carnivori sono negri o ebrei.

Ah ah! E’ vero, non ci avevo mai pensato. Ora mi viene in mente che forse non dovevo bastonare quel ragazzo.

A proposito, una volta mi hai raccontato che tuo padre è morto in un modo fighissimo.

Sì! Era strafatto, è caduto tra gli orsi allo zoo ed è stato sbranato. Si trova il video su Youtube.

Un grande.

Guarda, sinceramente quando era vivo io non ci andavo molto d’accordo. Ma da quando è morto l’ho rivalutato.

Per concludere, posso farti una foto mediocre nudo mentre fumi crack con una pistola e lo sfondo di un muro sporco di sangue su un panorama tipicamente industriale degradato?

Certo, fai pure!

 

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Infelicità export

sempre la stessa cosa: scrivere quando non si ha niente da dire. lo sgombro comprato al mercato, amarognolo ma basta metterci pomodori e sale ed è buono, e poi i giornali dicono che fa bene. il gomito del tennista senza mai aver giocato a tennis. albertosordi. la vecchia che sta male alla stazione, tutti intorno a dire di non stare tutti intorno perchè ha bisogno di aria, poi arriva l’ambulanza e tutti sono intorno all’ambulanza, pure io. odore di merda di cavallo in pieno centro cittadino, misterioso, inspiegabile, impossibile. al parco fotografa bruttina fashion con canon e obiettivo-cannone che fa foto a modella semi-tamarra mezzo nuda, negri che la guardano da lontano e ridono, io che penso conseguenze ben peggiori. uno dei miei programmi per il futuro è portare l’infelicità dell’occidente ricco in quei paesi dove sono poveri ma felici e sempre sorridenti sotto il sole. la cosa è già stata fatta con successo soprattutto dagli americani. pensiamo ai samoani, ma anche ai nativi americani, oggi obesi, alcolizzati e depressi. il problema è questo: per farlo bisogna portargli anche alcuni dei vantaggi dell’inutile benessere occidentale, soldi, possibilità di consumare oltre misura, ecc. ecc. perchè invece non portare questo tipo di infelicità allo stato puro, senza tutto il resto? magari in modo subliminale: andare lì, dall’indigeno sorridente, e sussurragli idee oscure, pensieri negativi, ipotesi di tradimenti, forse sei sottovalutato, i tuoi non ti capiscono, forse non ti vogliono bene, non è che sotto sotto ti vuoi fare tua madre? sai secondo me a lei piace un altro, e poi guardati intorno, è davvero questo che vuoi? e se tutto questo non avesse senso? e così via. con la beneficenza abbiamo già dato, è giunta l’ora della fase due.

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I morti

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in questo periodo dell’anno cominciano a diffondersi un certo tipo di fotografie che, prima non capivo il perché, mi hanno sempre trasmesso una sensazione di angoscia. c’era qualcosa di indefinibile che mi dava fastidio, e non era il semplice corpo umano. forse anche quello, anzi quasi sicuramente anche quello, ma sentivo che c’era qualcos’altro, qualcosa di molto più grande e spaventoso che non capivo. alla fine ci sono arrivato. lentamente, ma ci sono arrivato.

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queste foto sono la soggettiva del morto. era lì, così evidente, eppure non l’avevo capito. è esattamente il punto di vista di un cadavere morto sulla spiaggia. in effetti non c’è nessuna differenza tra un corpo disteso sotto il sole ad abbronzare e un cadavere ormai prossimo alla decomposizione se non, in alcuni casi, la puzza, che si può comunque facilmente ignorare grazie a brezze marine, odori di creme solari e altro.

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vedere il mondo come lo vedono i morti è una delle grandi possibilità che ci dà questo secolo. l’autoscatto del morto diventa così l’ultima moda. non più, come già mostrato ampiamente sui giornali -per definizione indietro al giorno prima  – l’autoscatto “un momento prima di morire”, ma l’autoscatto il momento dopo, i giorni successivi, fino addirittura alle ferie, al mare, alla partitella a racchettoni, al quale il morto ovviamente non può prendere parte, ma può osservare.

CADAVERE IN SPIAGGIA LITORALE LAZIO, INDIFFERENZA BAGNANTI

e se la pallina dovesse finire nei pressi del morto, non preoccupatevi, lui non si lamenterà, recuperatela senza disturbare e riprendete tranquillamente la vostra partita. il morto – o più spesso, la morta – sa che prima o poi la partita finirà.

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Vacanze a Migingo

migingo è l’isola più popolata e invivibile del mondo. è minuscola, ma ci vivono centinaia di pescatori. di fronte c’è usingeng, disabitata, ma nessuno ci va perchè secondo la leggenda c’è uno spirito maligno.

guardando con google maps però si nota che anche su usingeng c’è qualche abitante.

se si allarga la mappa e si guarda ancora meglio, si nota poi un’altra isola, ancora più grossa, pyramid island (da non confondere con quest’altra stupenda isola piramide) che segna l’esatto punto di confine tra kenya e uganda.

se poi allarghiamo ancora la mappa, ci rendiamo conto che queste isole si trovano in un lago, il lago vittoria.

il lago vittoria a sua volta è su un continente, quello africano, contenuto su un pianeta, la terra, e iniziamo così a prendere coscienza che la situazione di migingo è ben più complessa.

e non c’è via di fuga.

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La navata laterale

Sei del pomeriggio, ha appena smesso di piovere, dunque è il momento migliore per uscire, perché la città è molto scenografica, tutto è lucido e pulito, le luci si riflettono ovunque e si può camminare con l’ombrello chiuso che all’esigenza può essere utilizzato come arma mortale. Potrei perfino fischiettare, ma decido di non esagerare nel godermi quella che si prospetta come una rilassante passeggiata: potendo fare 31, sempre meglio fare 30.

Scelgo strategicamente le strade meno frequentate in assoluto, cosa abbastanza facile qua in centro. Mentre cammino faccio alcune riflessioni che metto nel mio archivio mentale di possibili spunti futuri, di solito del tutto inutili:

  • Se in futuro si vivrà a lungo si allargherà il target dei pedofili. Tipo un 400enne che violenta un 30enne. Quali possibili conseguenze nel diritto?
  • Utilizzo errato dell’anzi. Ad esempio: “io non ho nulla contro gli omosessuali. anzi. ” Qui anzi vuol dire che gli omosessuali ce l’hanno con te?
  • Quando leggo titoli come “scontro tra mercedes e panda, muore una persona” spero sempre che il morto sia quello della mercedes.

Ma alla fine, come sempre, finisco in chiesa. E’ sempre così, da anni. C’è sempre una messa appena iniziata. Sugli scalini mi ferma una signora nera, mi dice “buonasera”, io rispondo “buonasera”, poi mi dice “mi scusi” e io dico “mi dica”, e mi chiede dei soldi per andare a comprare il latte per il suo bambino. Rispondo che non ho soldi e poi nel tratto dagli scalini alla porta d’ingresso faccio la mia camminata da “ho appena mentito a una mendicante”, cioè cerco di mascherare il senso di colpa e allo stesso tempo di non far tintinnare le monete in tasca. Mi sentirò in colpa per il resto della giornata, anche se sono in parte rincuorato dall’idea che la signora nera penserà che sono lo stereotipo del cattolico ipocrita che va ad ascoltare Gesù ma non dà soldi a chi ne ha bisogno.

Entro in chiesa e subito mi sento a mio agio. C’è la giusta luce, i giusti spazi, la giusta temperatura. Peccato solo per le sedie scomode. All’interno rimbomba la voce del doppiatore di frate Tac del Robin Hood Disney: davvero, identica. Mi siedo in fondo, dove non si capisce nulla di quello che dice. Ci sono molti giovani. Quindi la prossima volta che leggete un articolo di qualche giornale di stampo cattolico che sostiene che in chiesa ci vanno anche i giovani, credeteci perché è vero: ci sono, li ho visti.

Ma ad attirare il mio sguardo è qualcosa di meraviglioso e imprevedibile che sta accadendo sulla navata di sinistra. E’ quel genere di immagine magica e perfetta che solo il caso ti può regalare.

Durante la messa chi vuole si può confessare. Penso sia una cosa fatta per ottimizzare meglio il tempo e venire incontro alle esigenze della gente rendendo l’esperienza più performante: in un’ora fai tutto, messa, comunione, confessione. Ma il prete che confessa è su una sedia a rotelle, non può entrare nel confessionale, per cui l’hanno parcheggiato in un angolo, ed è davvero piccolissimo, si vede solo l’abito che sembra appoggiato alla sedia, come se qualcuno dovesse indossarlo, ma dal collo spunta fuori la sua testa, quasi del tutto coperta da una cuffia di lana, e due mani che sembrano finte. Al suo fianco una sedia, dove in quel momento c’è una ragazza molto bella, capelli neri, giacca di pelle nera, stivali neri fino al ginocchio. Si è piegata per arrivare all’altezza della testa del prete, quindi i capelli lunghi scendono giù – per la forza di gravità, sapete – formando una specie di strano sipario.

La composizione è perfetta, ma non nel senso che si intende di solito. E’ perfetta proprio perché è quel genere di cose che seguono le proprie regole di armonia e composizione, del tutto misteriose e imprevedibili. Oltretutto, a renderla ancora più interessante, c’è il fatto che sembra che la ragazza stia confessando il prete sulla sedia a rotelle e non il contrario. Registro la cosa nel mio archivio di fotografie non scattate e penso che questa messa mi abbia dato abbastanza. Quindi vado via.

Da meschino quale sono ovviamente esco dalla porta più lontana dalla signora nera, anche se ho già calcolato come piuttosto improbabile una sua seconda richiesta di denaro. Eseguo perfettamente l’uscita dalla chiesa: controllo sempre prima se c’è scritto tirare o spingere, quindi le mie uscite da qualsiasi tipo di edificio sono sempre perfette. Ma fuori, sugli scalini, mi accorgo che c’è qualcosa di strano. La strada non è più come prima: non ci sono più le macchine, non c’è più la signora nera, di fronte a me è scomparso anche il palazzo con i portici. C’è un misterioso buio nero, mi sembra di sentire il rumore del mare, odore di rum e dei pirati cantare una canzone.

Ho sbagliato porta.

 

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Stai discutendo con parenti, amici o semplici conoscenti della geoingegneria clandestina?

Quello nel titolo credo sia l’incipit più bello letto negli ultimi tempi, sempre per la categoria la letteratura dove meno te l’aspetti.

Stai discutendo con parenti, amici o semplici conoscenti della geoingegneria clandestina? Hai bisogno di accedere velocemente a documentazione importante? Abbiamo la soluzione. Scarica gratuitamente la nuova App […] per Android! presto anche per I-Phone!

L’App riunisce in una sola interfaccia i diversi contenuti messi a disposizione dal Comitato Mazionale […]. Ad esempio i blog, il canale video You-Tube, alcuni documenti di rilievo in formato PDF, il link alla pagina Scribd con un gran numero di brevetti e documenti ufficiali, le pagine Facebook, Twitter…

C’è anche la versione in inglese:

Are you talking with relatives, friends or acquaintances about illegal geoengineering?

Commovente poi il primo commento:

Kevin Chiodi: BRAVI una App veramente utile, io o sempre poco tempo x informarmi e ci sono talmente tante cose che só poco di tutto, má mi piace parlarne alle persone, e a volte mi trovo un pó in difficoltà…mi sarà utilissima

 

 

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Le urla degli altri

Sto facendo delle cose con photoshop, ascolto musica e ho il riscaldamento acceso, quando mi sembra di percepire una vibrazione nella forza. Fermo la musica: da fuori sento un suono che mi ricorda due cose:

– una notte, tanti anni fa, che ho sentito una donna partorire in casa;

– l’uccisione di un maiale.

Apro la finestra, mi affaccio. In strada, sotto di me, c’è una ragazza che urla al telefono. Avete mai sentito una persona perdere totalmente il controllo? E’ interessante. Le corde vocali sono messe alla prova, vengono fuori suoni che non pensi siano possibili. E invece lo sono. Sta litigando con il ragazzo. Di fronte a lei due suoi amici, totalmente immobili, paralizzati. Muti. Lei a volte sta ferma, poi si muove, si contorce, sembra una di quelle cose tipo Pina Bausch ma in versione grindcore.

Urla: FIGLIO DI PUTTAAAAANAAAAAAAAA e la A diventa una erre, una ghyuuu, non so, vocali e consonanti diventano la stessa cosa – come una corda di violoncello tesa e incendiata con la benzina, sotto le ruote di un treno. Ha una potenza vocale notevole. Con il dolore del momento la sua si rivela una di quelle voci che nell’ambiente operistico si definiscono “grosse”. Me la immagino nella vita normale: è come tutte le ragazze che vedo ogni giorno, cappottino grigio, stivali al ginocchio, ci vediamo per l’aperitivo, cose così. Una voce piccola, soffice, innocua.

La vedo mentre fa foto con instagram, legge l’oroscopo di Internazionale, si spalma la crema per la pelle prima di andare a letto.

E ora eccola qua: un maiale sgozzato che urla E’ FINITAAAAAAAAAAA FIGLIO DI PUTTAAAANAAAAA IO MI PRENDO TUTTTOOOOOOOOO sputazzando in un vicolo del centro storico di una città calma e sonnecchiante. Il dolore è uscito fuori, domani avrà le rughe.

Ma a colpirmi sono soprattutto i suoi due amici.

Hanno il cappuccio, non li vedo in faccia. Sono immobili. Mi viene in mente quell’aneddoto sulla realizzazione di Fitzcarraldo di Herzog. Klaus Kinski si esibiva in una delle sue solite sfuriate durante le quali era in grado di gridare per ore. Tutt’intorno gli indios che osservavano la scena spaventati. Ma non da Kinski che urlava: erano spaventati da Herzog che non reagiva.

Ci sono vari filmati che testimoniano queste scene.

A far paura era la non reazione di Herzog. Il suo stare impassibile di fronte a uno tsunami di rabbia isterica biondo cenere.

E così è stasera alla mia finestra: lei urla il dolore, con tutta la voce che ha e anche con quella che non pensava di avere. FIGLIO DI PUTTANAAAAAA E’ FINITAAAAAAAAAAAA VAFFANCULOOOOOOOOO IO CHIAMO IL CENTOTREDICIIIII QUELLA PUTTANA DI TUA MADREEEEEEE.

E loro sono fermi, impotenti, con le mani in tasca, il cappuccio, la sciarpa. Perché non si sa mai: con questo freddo magari ti prendi un mal di gola.

E infatti io chiudo la finestra e torno qua, al caldo.

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Fare la spesa è molto più bello nei libri che nella realtà

Ogni tanto per depurarmi da questa cultura contemporanea e pop in cui vivo e che comunque amo (serie tv, fumetti, Kanye West) leggo brani a caso delle Mille e una notte – soprattutto gli elenchi – così, per ricaricarmi e ricordarmi quando è bella la vita se si chiudono le finestre e si butta la testa fra le pagine di un libro:

La donna lo fece in seguito fermare davanti alla bottega di un fruttivendolo.

Comprò mele di color chiaro, cotogne di Turchia, pesche di Khullân, mele moscatelle, gelsomini, ninfee di Siria, cetrioli delicati, limoni di Marakib, cedri reali, rose bianche, basilico, fiori di henné, camomilla fresca, violacciocche, mughetti, gigli, anemoni, viole, occhi di bue dai petali gialli, narcisi, fiori di melograno… Sistemò tutto nella gerla del facchino e quindi si recò dal macellaio.

“Tagliami dieci ratl di carne buona di pecora” gli disse consegnandogli la somma necessaria.

[…]

L’altro, molto meravigliato, sollevò senza sforzo il suo fardello e se lo mise sulla testa; e la donna lo trascinò questa volta da un mercante di frutta secca, dove comprarono le migliori varietà di ghiottonerie dolci e salate, indispensabili sulla mensa di chi voglia far baldoria come si deve: ciat salato, olive snocciolate, olive dolci conservate nella calce, dragoncello, giuncata, formaggio di Siria, verdure conservate, salate e non […] cuori di pistacchio – che è delizioso sgranocchiare quando si beve in buona compagnia -, uva secca di Shihb, mandorle, datteri secchi dell’Iraq, biscotti alle noci di Baalbek, ceci di Khazayan.

[…]

Stavolta si ritrovarono davanti al negozio di un pasticciere, dove la bella compratrice si procurò un vassoio rotondo che colmò di tutte le varietà di dolciumi in mostra: bignè al burro, merletti di pasta di frittelle, torte farcite aromatizzate al muschio, caramello turco, pasta di mandorle ai pistacchi, focacce ai datteri, semolino al latte, senza contare ghiottonerie dai nomi evocatori – fronzoli languidi di comare Sâlih, pettini d’ambra, dita di Zaynab, pane  delle vedove, bocconcini del giudice, sgranocchia e ringrazia, imbutini delle belle, castellucci di vento…

[…]

Arrivarono finalmente da un mercante di droghe e profumi, dove essa si procurò dieci flaconi di essenza di ninfea, due pan di zucchero, una bottiglia di acqua di rosa al muschio, grani d’incenso, legno di aloe, anbar, granelli di muschio, qualche lampioncino dotato di candele di cera, bugie della stessa specie e un vasto assortimento di ceri di Alessandria. Riuscì ancora a sistemare tutto nella gerla e, voltandosi verso il facchino, ordinò per l’ultima  volta:

“Facchino, prendi la tua gerla e seguimi!”

 

Perché? Perché quando faccio la spesa all’LD io non posso chiedere se hanno i biscotti alle noci di Baalbek?

Comunque, il bello di questa pantagruelica spesa iniziale è che poi porta a un banchetto folle e a una delle parti più inquietanti e malate di tutte le storie de Le mille e una notte, roba che poi guardate un film di Lynch o Cronenberg e vi sembrano i teletubbies.

Una parte che, prima o poi, vorrei trasformare in cinema, anche se forse non ce n’è bisogno, perché già lo è.

 

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Iniziative benefiche a sostegno della popolazione femminile omicidiata

Prossime iniziative a sostegno della battaglia contro il femminicidio:

Serata cocktail: serata allegra ma non troppo perché comunque il tema è serio con reading di poetessa iraniana odiata dal regime e consegna della targa “Miss odiata dal regime dell’anno 2013” realizzata in oro riciclato proveniente al 100% da bracciali di Francesca Comencini che non usava più perché fuori moda. Per l’occasione saranno serviti cocktail a tema con nomi simpatici come “L’occhio nero” e “Lo stupra-budella”. Sono invitati anche i maschi ma c’è solo un bagno ed è per le signore, quindi si prega di venire già pisciati.

Pelliccia party: una notte bianca dove sono invitate tutte le amiche che vogliono sostenere questa battaglia, unica regola indossare una pelliccia (vanno bene anche quelle fatte con animali veri ma devono essere morti di loro spontanea volontà) e fare una piccola donazione al comitato in difesa delle donne (minimo 15 euro). Durante la notte verranno lette poetesse iraniane e ogni 15 minuti ci sarà un momento in cui ci alzeremo in piedi e faremo BUUUUUUUU contro i maschi.

Ciclo-party-itinerante: finalmente aiutiamo le donne di tutto il mondo con un gesto utile e concreto, facendo festa come delle pazze per tutto il pomeriggio di domenica girando in bicicletta NUDE per Roma scampanellando. Al semaforo rosso non ci fermeremo, perchè dopotutto l’omino del semaforo è appunto un maschio, e quindi noi possiamo passare. E’ richiesta una quota di partecipazione per eventuali spese mediche.

Crowdfunding per aperitivo femminista: iniziativa innovativa consistente in un crowdfunding per raccogliere fondi per una raccolta fondi che servirà a sostenere una raccolta fondi organizzata durante un aperitivo femminista. I fondi raccolti serviranno a sostenere le iniziative in sostegno della raccolta fondi per il crowdfunding per l’aperitivo femminista. Portare i soldi.