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10 cose che farei se avessi la macchina del tempo

1) Andrei nel periodo in cui si è affermata la locuzione “de gustibus non disputandum est” e cancellerei ogni traccia, uccidendo tutti i possibili testimoni.

2) Tornerei negli anni 60 per ossessionare, pedinare e spiare la Cardinale (all’epoca non c’era il reato di stalking).

3) Vorrei conoscere Shakespeare per fottergli tutte le idee e firmare le sue cose a nome mio ma spiegando bene a tutti chi sono e come si scrive il mio nome per evitare che poi agli storici vengano dubbi sulla mia identità.

4) Tornerei indietro a tutte le conversazioni dove mi sono venute battute buone però quando l’altra persona non c’era più.

5) Andrei nella grotta di Lascaux intorno al 15000 aC e disegnerei un graffito di Elvis che insegue un toro che ha la faccia di Topolino con uno sfondo di scie chimiche. Così, per incasinare la mente degli storici e dei complottisti.

6) Tornerei ai primi dell’Ottocento e scriverei un romanzo di fantascienza dove preconizzo Internet, i social network e l’inspiegabile moda di scrivere “primo!” nei commenti dei blog.

7) Andrei ai tempi degli antichi romani per assaggiare il fenicottero, che poi sicuramente fa schifo, ma ho sempre avuto la curiosità. In particolare vorrei assaggiare il cervello di fenicottero in salsa di datteri.

8) Vabbè mo mi è venuta fame e quindi tornerei indietro a un quarto d’ora fa, prima di scrivere questo post, e mi preparerei un panino con mortadella. Però la mortadella non c’è, quindi tornerei a un’ora fa e andrei a comprarla e dato che ci sono chiuderei quella porta che sbatte perché mi dà fastidio ma non ho voglia di alzarmi.

9) Tornerei all’otto maggio 1978 e mi presenterei alla polizia dicendo che so dov’è Aldo Moro ma che lo dirò solo in cambio di 10 miliardi di lire che poi investirei in azioni Apple.

10) Tornerei indietro a quando avevo davvero voglia di scrivere e scriverei un saggio dal titolo “Come sarebbe andata la Storia se la guerra l’avesse vinta Gene Kelly?”.

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Autarchia

Allora, siccome Facebook non mi vuole e su Google+ mi sembra di parlare da solo, torno a fare quello che facevo 10 anni fa, e cioè torno a parlare veramente da solo, in un progetto di rinascita autarchica influenzato al 90% dalle pessime condizioni metereologiche di questo infausto lunedì. Diciamo che si tratta di un ritorno alle origini.

Safar in arabo significa il mese vuoto.

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Il derviscio monocolo dell’ordine dei qalandar

La disperazione mi tormentò talmente che mi rasai barba e sopracciglia, feci voto di rinunciare ai piaceri, adottai un contegno austero e divenni derviscio monocolo dell’ordine dei qalandar.

E poi aprì un blog su Splinder, perché aveva saputo che doveva chiudere.

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Un messaggio alla nazione

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Appunti per storie mai scritte: Due fratelli

Due fratelli. Abitano in Italia, da qualche parte. Probabilmente al Centro o al Sud. E’ da preferire un luogo neutro: che si capisca che è Italia ma che non ci si chieda dove. Maurizio e Stefano sono gemelli. Sono quasi identici nell’aspetto, anche se chi li conosce bene dice che si notano molte differenze, mentre chi li conosce poco continua a confonderli. La verità sta nel mezzo: non ci sono grandi differenze, qualcuna c’è, ma è facile confonderli. Vivono entrambi con la madre. Il padre è morto qualche anno prima lasciando abbastanza denaro da far studiare uno dei due.

Maurizio studia fisica all’università. E’ molto bravo, lo è sempre stato, ha molti amici ed è amato da tutti. Stefano ha lasciato gli studi non riuscendo a diplomarsi. Ha fatto qualche lavoretto, ma negli ultimi anni è stato soprattutto un disoccupato in cerca di occupazione, senza però insistere troppo. Non ha una ragazza. Da anni è indeciso su cosa fare: il tempo è passato e nemmeno lui sa com’è successo. Cerca di non pensarci troppo. Quando gli fanno certe domande, si infastidisce.

Maurizio partecipa alle proteste dei precari della scienza. Sale sul tetto dell’università e viene intervistato durante una puntata di Anno Zero. All’inizio decide di assumere un tono pacato, ma la situazione degenera immediatamente e inizia a gridare. Parla della mancanza occupazionale, della scarsità dei fondi alla ricerca e dell’assenza di stima da parte della società nei confronti di chi si occupa di scienza. Il suo sguardo magnetico e la determinazione con la quale esprime la protesta colpiscono il cuore di molti italiani e soprattutto di molte italiane. Le mamme ci vedono un figlio, le figlie un possibile fidanzato o amante.

Stefano inizia un nuovo lavoro come ragazzo che consegna le pizze nella pizzeria dello zio Franco. Va avanti e indietro con il motorino e ogni sera spera di non dover consegnare le pizze a qualcuno che conosce. Ogni tanto però capita. Una sera consegna due margherite al suo ex professore di lettere. L’uomo, ormai in pensione, inizialmente non lo riconosce, poi però si ricorda di lui e gli chiede come va. Sono entrambi imbarazzati. Stefano risponde “tutto bene” e scappa via. A casa, dopo il lavoro, fuma hashish di pessima qualità e gioca fino all’alba a Splinter Cell Conviction per Xbox. Lo vota come miglior gioco dell’anno in un forum di appassionati, ma il gioco arriva solo terzo. Stefano non è d’accordo, ma non conosce abbastanza i giochi che occupano le prime due posizioni per manifestare pubblicamente il suo dissenso. Decide però di comprarli con i prossimi soldi guadagnati.

Maurizio partecipa a un blog collettivo di precari dove si lamenta delle difficoltà dei giovani di oggi. Scrive che i contratti precari annullano la dignità umana. Scrive che in Italia lo aspettano solo povertà e precariato e che l’unica soluzione è andare fuori. Un suo post, intitolato “Se questo è un lavoro: precariato e instabilità esistenziale”, viene ripreso da un quotidiano di tiratura nazionale. La madre lo incornicia e lo appende in salotto. Maurizio si fidanza con Valentina, una giovane ricercatrice precaria appassionata di fumetti giapponesi conosciuta attraverso il blog. La sera escono insieme con gli amici oppure stanno a casa e guardano serie tv. Valentina ama gli anime giapponesi, di cui apprezza i riferimenti culturali alla letteratura occidentale e alla filosofia orientale, mentre Maurizio preferisce le serie fantascientifiche. Spesso non sono d’accordo, ma evitano le discussioni. Entrambi guardano le serie più popolari, di cui poi parlano con gli amici al pub. Saltuariamente fumano, ma solo erba di prima qualità.

Stefano non vede più nessuno, vive solo la sera, quando consegna le pizze. Dopo il lavoro passa la notte in camera sua giocando a Halo Reach. Fuma hashish, si masturba e beve birre Peroni che ruba nella pizzeria dello zio. Il resto della giornata dorme o sta su internet, guarda video su Youtube e legge cose bizzarre, come documenti nazisti e manuali su come si fabbricano le bombe. Fuma molte sigarette. E’ passato dalle Diana blu a quelle rosse, un’evoluzione giudicata preoccupante dalla madre, con la quale i rapporti si fanno difficili. Con il fratello invece quasi non ci sono più rapporti. Parlano sempre meno, ogni tanto capita che Maurizio passi a Stefano qualche serie tv, ma lui spesso non le guarda nemmeno, preferendo Halo Reach.

Passa qualche mese. Maurizio conclude il dottorato in fisica a Helsinki. Subito dopo, grazie alla sua specializzazione in fisica delle particelle elementari, viene assunto in un Centro di ricerca internazionale a Berkeley. Lo stipendio iniziale è di 3400 dollari più appartamento. Decide di trasferirsi immediatamente assieme a Valentina. Prima della partenza organizza una festa con tutti gli amici. Alla festa partecipa anche Stefano, che però si ubriaca, fuma, mischia troppe cose e si sente male. La mattina dopo non riesce ad alzarsi per accompagnare il fratello all’aeroporto. La madre si dice molto dispiaciuta.

Una settimana dopo Maurizio si collega via Skype con sua madre e suo fratello. Appena il suo volto sorridente appare nello schermo la madre scoppia a piangere. Maurizio mostra l’appartamento di Berkeley. Sul tavolo della cucina c’è qualche bottiglia di birra e nella camera da letto Stefano nota un reggiseno di colore fuxia appeso allo schienale di una sedia. La videochiamata si conclude con l’ennesimo pianto della madre e il sorriso di Maurizio che scherzosamente saluta in inglese. La madre continua a piangere anche dopo. Poi si calma e approfittando dell’euforia successiva al pianto, prende il telefono e chiama la sorella. Da camera sua Stefano la sente raccontare di quanto sia bello l’appartamento americano di Maurizio e di quanto si vedesse bene l’immagine del figlio nello schermo del computer. Sembrava qua sotto, dice.

Dal suo appartamento di Berkeley Maurizio scrive un post nel blog dei precari dal titolo “Dalla valigia di cartone al trolley”, dove accusa la politica italiana di aver abbandonato i giovani, costretti a lasciare la propria casa e la propria famiglia per lavorare. Il post ottiene 1500 condivisioni su Facebook e 47 commenti, una media insolitamente alta per il blog. Maurizio durante il giorno lavora in laboratorio fino a tardi, mentre la notte va al pub con Valentina e i colleghi di lavoro. Spesso mettono in atto quella che definiscono una rivisitazione ironica e goliardica del karaoke. Maurizio fa ridere i suoi colleghi americani e indiani cantando canzoni popolari italiane come “Felicità” e “Sarà perchè ti amo”.

Lo zio Franco licenzia Stefano. Troppi ritardi, troppi errori, troppe volte perdonato. A Stefano non dispiace, anzi. Ci sperava. In quasi un anno ha messo da parte circa 800 euro, metà dei quali li nasconde come scorta per il fumo. Il fratello lo invita in America, “Ora che hai tempo, perché no?”. Stefano all’inizio dice che non ha voglia di andarci, ma la madre, la zia e diversi utenti del forum “Halo’s World Italia”, lo convincono ad approfittare dell’occasione. La madre, oltre a pagare parte del viaggio, gli dà un contenitore ermetico contenente del cibo da portare a Maurizio. Il volo dura 13 ore, durante le quali Stefano ascolta musica, guarda dei film e si addormenta più volte.

Maurizio va a prendere Stefano all’aeroporto. E’ da solo. Gli fa fare un giro, gli fa vedere il posto dove lavora, poi lo porta all’appartamento. Per festeggiare bevono qualche birra e ordinano una pizza. Maurizio gli mostra le foto dell’ultima festa. Gli dice che Valentina non c’è ma che tornerà durante la notte. E’ tardi, ma i due hanno ancora fame e quindi, un po’ ubriachi, a mezzanotte decidono di prepararsi degli spaghetti. Si divertono. Stefano mette l’acqua a bollire, mentre Maurizio prepara il condimento. Poi Stefano, non sappiamo se l’avesse previsto, aggredisce il fratello: gli taglia la gola con un coltello per il pane. Vedendolo agitarsi e schizzare sangue ovunque, lo accoltella più volte alle spalle e poi, una volta a terra, alla pancia, anche se ormai il corpo non si muoveva più. L’acqua inizia a bollire. Stefano spegne il fuoco. Poi trascina il corpo del fratello fino al bagno e lo mette nella vasca. Passa due ore a pulire la cucina e il corridoio.

Stefano è esausto. Si addormenta sul letto a due piazze nella camera del fratello. Durante la notte viene svegliato da un rumore. Sente la porta che si apre, capisce che è Valentina e non si muove. Valentina entra nella camera da letto. Stefano sente i vestiti cadere per terra, poi sente Valentina avvicinarsi. Stefano si gira e la guarda: la stanza è buia, entra solo un po’ di luce dalla finestra e lei non lo riconosce. Pensa sia Maurizio. I due, senza parlare, iniziano a fare sesso. Alla fine Valentina si alza dal letto e dice che va a fare una doccia. Stefano corre in cucina, prende il coltello per tagliare il pane e accoltella Valentina nel corridoio.

La mattina dopo Stefano va al Centro di ricerca internazionale. Entra con il badge del fratello. Con un po’ di fatica, trova il laboratorio di Maurizio e nasconde una bomba fabbricata durante la notte. Lascia il centro e si tiene a distanza, in modo da poter assistere all’esplosione. Il rumore è fortissimo. La deflagrazione distrugge due ali dell’edificio e fa 23 vittime e circa 100 feriti. A questo punto la gente penserà che è improbabile che Stefano sia riuscito a fabbricare una bomba così potente da solo, in America, in poche ore. E poi com’è possibile che nessuno se ne sia accorto? E’ vero, è poco credibile. Quindi Stefano si sveglia: è ancora sull’aereo. Si è addormentato di nuovo durante il film.

Maurizio va a prendere Stefano all’aeroporto. E’ da solo. Gli fa fare un giro, gli fa vedere il posto dove lavora, poi lo porta all’appartamento. Per festeggiare bevono qualche birra e ordinano una pizza. Maurizio gli mostra le foto dell’ultima festa. Gli dice che Valentina non c’è ma che tornerà durante la notte. Stefano dice che è stanco e che preferisce andare a dormire. Non è vero, perchè ha dormito in aereo, ma va comunque a letto. Quella notte però resta sveglio. Intorno alle tre e mezza del mattino sente Valentina aprire la porta di casa e andare nella camera da letto del fratello. Allora mette la testa sotto il cuscino e cerca di dormire.

Se il finale precedente era poco credibile, questo nuovo finale è credibile ma poco drammatico. Oltretutto sembra ridurre tutto a un banale problema di invidia sessuale, come se Valentina rappresentasse l’oggetto del desiderio di Stefano: niente di più lontano dalla verità. E’ vero che Stefano non ha una ragazza, ma è vero anche che al momento non la desidera. Inoltre Valentina non è assolutamente “il suo tipo”. Eppure ci si chiede: perché Maurizio ha lasciato il reggiseno fuxia di Valentina appeso allo schienale della sedia? Perché non ha pulito la casa prima della videochiamata?

Allo stesso tempo si potrebbe pensare che Stefano invidi al fratello l’amore della madre, il successo professionale, il denaro, la soddisfazione, la felicità. Oppure si potrebbe pensare che Stefano si sia sentito come “tradito” dal fratello – dopotutto sappiamo quanto possano essere complessi e indecifrabili i rapporti tra gemelli. Ed è per questo motivo che si suggerisce un finale ambiguo, così che non si capisca qual era il vero problema di Stefano e che il lettore/spettatore possa pensare all’intera storia come una critica alla società.


(non l’ho scritta perché violava la mia regola “niente storie di precari”, anche se il protagonista è l’altro)

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Sono tanti gli eroi dell’Internet forse poco conosciuti

(per la serie “bozze inspiegabili” – sì, sto facendo pulizia – trovo questa cosa su un anonimo eroe dell’internet di cui a dire la verità non ricordo nulla – ho perso pure il link – bassano del grappa e tecniche per la libertà finanziaria, vai a sapere perché.)

Sono tanti gli eroi dell’Internet forse poco conosciuti. Uno è lui. Un uomo in cui si incarnano alcune delle piccole e grandi tragedie dell’Italia contemporanea: le difficoltà delle piccole aziende, la moglie che “fa Abbandono di Tetto Coniugale”, lui che abbandona la figlia per il lavoro, i Dieci passi per la libertà finanziaria e altri metodi che ti cambiano la vita ma prima dammi 50 euro che poi ti spiego come si fa. Ma soprattutto Bassano del Grappa. Perché, anche se voi non ci pensate, Bassano del Grappa esiste, esiste anche ora, anche mentre voi dormite, anche mentre guardate un film al cinema, Bassano del Grappa è sempre là, con i suoi problemi e le sue illusioni, i suoi amori, il clima nuvoloso con l’umidità al 69%, i raduni degli alpini e le ragazze con i capelli piastrati e le vagine depilate, i suoi team coach e i consulenti finanziari e la rete di membri VIPs che cresce di giorno in giorno. La sua foto mi ha ispirato una storia fantascientifica su una cabina per fare le foto, quelle che si trovano nelle stazioni. La particolarità di questa però è che ti fotografa com’eri 20 anni prima. E’ una specie di macchina del tempo fotografica, totalmente inutile. Così il protagonista, non sapendo cosa fare, decide di condividere questa scoperta con i suoi amici. Ma si ricorda di non avere amici. Poi non so come continua, ma mi sembrava un buon inizio. La storia ovviamente è ambientata a Bassano del Grappa, in una giornata piovosa.

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Addio

Secolarizzazione addio. È l’ora del toro
Addio vecchie lampadine, è l’ora del basso consumo
Addio lampadine? Il bulbo diventa un vaso
Marketing addio, è l’ora del societing
Addio planking: ora è owling
Addio navetta Kepler
Vecchia tv addio: è l’ora del digitale
Addio bulli, è l’ora del vicino
Addio pasta siliconica, è l’ora del metallo liquido
Tramvia addio, è l’ora del filobus
Telefonini addio, è l’ora del rilancio
Addio Ebook, ora il libro è ricamato
Addio ‘.com’. Il dominio lo decidi tu
Adsl addio. È l’ora del Next generation network
Addio, vecchio rullino. È l’ora del digitale
Addio Spice e Five, è l’ ora del «nu metal»
Vecchie cassete addio! è l’ora del “compact video”
Addio vecchio passaporto: è l’ora del biometrico
Psicologo addio, è l’ ora del filosofo
Addio insonnia?

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Da Gramsci a

Da Gramsci a Marx
Da Gramsci a Marchionne
Da Gramsci a Obama
Da Gramsci a Sanguineti
Da Gramsci a Berlinguer
Da Gramsci a De Gasperi e Medea
Da Gramsci a Fini
Da Gramsci a Soru
Da Gramsci a Striscia la notizia
Da Gramsci a Grillo
Da Gramsci a Bertinotti
Da Gramsci a Metello
Da Gramsci a Moggi
Da Gramsci a D’Alema
Da Gramsci a Edward Said
Da Gramsci a Secchia
Da Gramsci a Luxuria
Da Gramsci a Gadda
Da Gramsci a Wojtyla
Da Gramsci a Di Pietro
Da Gramsci a Guevara
Da Gramsci a Rosy Bindi
Da Gramsci a Feltri

“da+gramsci+a”

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Questo post contiene omosessuali nudi dalla pelle molto scura (accorrete, gente)

Più guardo questi tre minuti e mezzo di The Wire e più penso: altro che Gay Pride, Luxuria e Lady Gaga. OMAR dovrebbe essere il Re dei Gay che spara in testa a Jovanardi e se ne va via fumando una sigaretta.

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Forever alone

Sognare di mandare una mail a una persona. Svegliarsi e dispiacersi al pensiero che nel frattempo, nel sogno, quella persona magari ha risposto alla mail. Quindi riaddormentarsi e tentare di rientrare nel sogno per controllare la mail.

Se è vero che siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, nel mio caso credo si tratti di una sostanza molto triste e squallida, forse qualcosa che puzza.

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Il club delle persone che leggono i libri degli amici

Non ho amici artisti, non ho amici che suonano in un gruppo, che fanno film, cortometraggi, documentari, televisione, giornali, fumetti o che scrivono libri. Ne ho uno che costruisce scranni di legno, ma si tratta di artigianato, quindi non vale, e inoltre è scarso.

Invece ci sono quelli che se gli chiedi che libro stanno leggendo ti rispondono che stanno leggendo il libro di un loro amico, e di solito questo loro amico non è proprio Guglielmo Shakespeare.

Quando poi escono vanno a teatro per vedere la compagnia di un amico, o addirittura di un’amica, quadri di amici, mostre fotografiche di amici, reading di amici e poi ci vediamo tutti al pub a sentire il gruppo degli amici musicisti.

Certe volte, per fortuna, vanno anche ai funerali degli amici.

Eppure, c’è un amico che considero tale anche se non lo vedo mai (e anzi mi sono accorto che considero amici proprio quelli che non vedo mai, e questo vorrà dire qualcosa) che ha scritto un libro cattivo, sboccato, pessimista e molto divertente.

Un libro che ho avuto il piacere, l’onore e in poche parole l’ordine perentorio impartitomi dallo stesso autore di leggere in anteprima.

Statti attento da me è un bel libro perché descrive un mondo degradato, con eroi tragici tragicamente ridicoli, un mondo antropologicamente cafone e spiritualmente con le pezze al culo, di un’umanità che va avanti sempre e nonostante tutto, insensatamente, a cazzo di cane. In pratica: la realtà.

In certe pagine avevo il dubbio se scoppiare a ridere o spararmi in testa, ma diciamo che questo è sempre stato il mio modo personale di fruire dell’arte e mi capita anche leggendo Topolino.

Si inizia a leggere e si compra da qui.

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Non so il nome

Conversazioni con badanti e donne che fanno iniezioni. Viene fuori che c’è un vecchio che cambia una badante dopo l’altra perché è “veramente insopportabile” e “troppo difficile da gestire”. L’ultima, la terza, è andata via dopo aver rischiato un crollo psichico perché lui, fra le varie angherie, “la mandava a fanculo senza motivo”.

Ebbene: non so il nome, ma questo blog è dedicato anche a lui.

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Non ve ne accorgete nemmeno

Ma siete degli sfigati quando alle feste state in piedi con una Heineken da 33 in mano.

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Conversazioni con la panettiera 16 ottobre/11 dicembre 2010

16 ottobre 2010

– buongiorno
– buongiorno, scusi per i cani eh
– ehh, si figuri, fanno da campanello!
– eheh è vero. grazie mille
– arrivederla
– arrivederci

23 ottobre 2010

– buongiorno
– buongiorno, ma è passata anche prima?
– eh sì, ma forse non ha sentito il campanello e nemmeno i cani!
– mi dispiace
– non si preoccupi
– grazie eh
– si figuri, arrivederci
– arrivederci

30 ottobre 2010

– sono comodi i cani eh, non devo nemmeno suonare
– eheh è vero, comodissimi
– ecco a lei
– grazie, arrivederci
– arrivederci

6 novembre

– buongiorno, ecco il pane
– grazie mille
– grazie a lei, arrivederci
– arrivederci

13 novembre 2010

– buongiorno!
– non c’è bisogno di suonare il campanello eh, tanto ci sono i cani
– eheh sì
– ecco a lei
– grazie, arrivederci
– arrivederci

20 novembre 2010

– buongiorno
– brutto tempo
– eh, sta per piovere
– grazie, arrivederci
– arrivederci, grazie

27 novembre 2010

– buongiorno
– ‘giorno.
– la busta si sta un po’ rompendo
– ehhh
– arrivederci
– grazie, arrivederci

4 dicembre 2010

– il pane
– buongiorno, grazie
– non ci sono i cani?
– sì sì, stanno dormendo mi sa
– eheh buona giornata
– anche a lei, grazie

11 dicembre 2010

– buongiorno, un po’ in ritardo
– grazie, grazie mille
– arrivederla
– arrivederci


(poi purtroppo ho smesso di segnarle)

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Animalisti contro

Animalisti contro Harry Potter
Animalisti contro regista Todd Phillips
Animalisti contro le pellicce
Animalisti contro la strage pasquale
Animalisti contro il Palio
Animalisti contro il sindaco
Animalisti contro la macellazione rituale
Animalisti contro Bonolis
Animalisti contro la carne halal alla Coop
Animalisti contro due Erasmus
Animalisti contro Belen Rodriguez
Animalisti contro portachiavi
Animalisti contro il circo Moira Orfei
Animalisti contro “La Banda dei Babbi Natale”
Animalisti contro Google
Animalisti contro il Primo emendamento
Animalisti contro il Grande Fratello
Animalisti contro i satanisti
Animalisti contro il pullman della Robur
Animalisti contro Lady Gaga
Animalisti contro il Circo Bellucci
Animalisti contro il Circo Togni
Animalisti contro la sorella di Tremonti
Animalisti contro Aldo, Giovanni e Giacomo
Animalisti contro la UE
Animalisti contro l’Ikea
Animalisti contro la Cina
Animalisti contro Papa Benedetto XVI
Animalisti contro la mostra dei rettili
Animalisti contro EuroDisney
Animalisti contro Mangiagatti
Animalisti contro Giorgio Armani
Animalisti contro la corrida
Animalisti contro la pubblicità della Viakal
Animalisti contro la Regione Puglia
Animalisti contro Roberto Cavalli
Animalisti contro strage delfini
Animalisti contro la Festa del Cacciatore
Animalisti contro Guendalina e Matteo
Animalisti contro Burberry Prorsum
Animalisti contro il Circo delle stelle
Animalisti contro le Botticelle romane
Animalisti contro la corsa degli asini
Animalisti contro Youtube
Animalisti contro Britney
Animalisti contro Puff Daddy
Animalisti contro le giornate della falconeria
Animalisti contro la Rinascente
Animalisti contro Obama
Animalisti contro i fratelli Coen
Animalisti contro l’osteria di Mauro Marin
Amimalisti contro Madagascar
Animalisti contro Porta a Porta
Animalisti contro gli esperimenti Nasa
Animalisti contro Lidl
Animalisti contro la Sagra del gallo ruspante di Chiaramonte
Animalisti contro Abatantuono

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