“Miles To / March 31,1966” (1970) di Dan Graham, una delle poesie più belle che conosco.
“Miles To / March 31,1966” (1970) di Dan Graham, una delle poesie più belle che conosco.
dopo oltre un decennio di studio sul carabinierismo mi sembra doveroso, in quanto guaritore del M.A.I. (perché al M.A.I. non abbiamo curatori, ricordiamo, ma proprio guaritori) occuparmi delle forme artistiche nate spontaneamente nei gruppi fb di poliziotti e fan della polizia. sono iscritto a un gruppo da anni, la descrizione è “dedicato a tutti coloro che amano la Polizia di Stato”, e com’è e che tipo di post vengono pubblicati direi che potete immaginarlo. quella che forse non potete immaginare è la fan art prodotta all’interno del gruppo.
L’altro giorno dovevo prendere l’aereo. Stavo camminando nel breve tratto tra la fermata del treno e l’area delle partenze, quando davanti a me ho notato che la colonna di persone che si dirigeva verso l’aeroporto ha iniziato a rallentare, per poi fermarsi. Ho percepito un movimento strano, non ho capito cosa succedeva. Dieci, forse quindici passi dopo, per terra c’era un uomo appena morto. Sopra di lui una ragazza che gli praticava il massaggio cardiaco. L’uomo era sui sessanta, aveva gli occhi aperti e la bocca spalancata. La sua camicia era leggermente sollevata e si intravedeva la pancia. A fianco a lui il trolley, rimasto in piedi. Sotto la testa una pozza di sangue si allargava lentamente. Non me ne intendo, ma mi è sembrato chiaramente morto sul colpo. La ragazza si affannava con il massaggio cardiaco, poi sono arrivati due paramedici dell’aeroporto, ma tra loro li ho sentiti dire qualcosa che non ricordo ma che alludeva al fatto che non c’era niente da fare. Una scena triste, non c’è che dire.
Nel vercellese c’è una famosa chiesa abbandonata, parzialmente nascosta nella boscaglia, che da decenni eccita parecchio l’immaginazione di giovani e vecchi. Si chiama la Chiesa della Madonna delle vigne. Si dice che sia della fine del ‘600; si dice che sia stata sconsacrata a fine ‘700; si dice che sia abbandonata da due secoli; ma soprattutto si dice che qua si svolgessero rituali satanici.
ho preso gli ultimi titoli dalla home di ler*io perché pare sia la satira italiana. una roba deprimente che manco lo zio boomer che fa le battute stupide e innocue mentre guarda il telegiornale dopo pranzo. non è satira, ma almeno facesse ridere. non fa ridere, ma almeno fosse satira. insomma ma che cazzo di roba cringe è?
lo zio boomer è intrappolato in un mondo fatto di memoria, di passato, di “si è sempre fatto così” che non è riferito a periodi misurabili in migliaia di anni, ma al massimo in un paio di decenni, quando lui era giovane.
lo zio boomer si ricorda solo le vite precedenti a quelle attuali, nello specifico si ricorda solo la sua. ha terrore dei cambiamenti. non ne ha fatto in vita sua, non vuole che nessuno ne faccia. perfino il clima del pianeta, se cambia, allo zio boomer non va bene, non lo accetta, non ci crede, pensa che sia una nuova moda dei giovinastri e che il tempo “è sempre stato così”.
come promesso, ispirato da un commento, ho tentato la modalità viaggiozzo interiore (vedi post precedente, Arrampicandomi su una radice sospesa nel cielo incontro una capra dai capelli bellissimi) però accompagnato dai funghi. le difficoltà riscontrate sono quelle che immaginavo, ma è stato comunque interessante. ora, so che raccontare i trip è un po’ come raccontare i sogni – e cioè potenzialmente noioso – però lo scrivo più per me che per gli altri, e poi è un documento che può essere utile per studi scientifici. se non avete voglia di leggere, boh, fate altro, accendete un falò, scoprite le infinite possibilità del tangram, imparate un linguaggio di programmazione, fate i muffin salati, mangiate una pizza, fate una passeggiata. io la passeggiata la consiglio sempre per tutto. mal di testa? fai una passeggiata. problemi di relazioni con le persone o con te stessa? fai una passeggiata. sensazione di avere il cervello troppo pieno o troppo vuoto? fai una passeggiata. è arrivata una cartella dell’agenzia delle entrate? passeggiata. e così via. ma cominciamo il resoconto. io la pizza la prendo con le cipolle, grazie.
come molte altre persone immagino un mondo senza auto o quasi. di sicuro città senza auto: sarebbe già qualcosa. anni fa, quando ho scoperto i punti di movimentazione dove vengono stoccate le vetture in attesa di essere vendute, sono rimasto sconvolto. ho pensato qualcosa come “minchia, dove cazzo si mettono tutte queste macchine? chi le compra?”, mi è mancata l’aria. questi monumenti al consumo di suolo e alla sovracapacità produttiva di fatto sono enormi parcheggioni dove passano centinaia di migliaia di auto ogni anno. ma non tutte vengono vendute, grazie al famoso paradosso – a cui credono solo gli economisti, ricordiamo – dell’idea di Crescita Infinita.
solo con apichatpong weerasethakul la scena di una persona che dorme può essere la più intensa, emozionante e coinvolgente di tutto il film. le sue opere sono sogni, preghiere, canti, meditazioni. unico davvero. merita un’attenzione che forse non è di questo mondo. dopo essersi immersi in un suo film si sente la necessità di non guardare altro per un po’ di tempo. per anni, anche.
Siccome c’è troppo caldo a Cortina portano la neve con l’elicottero. Così le persone ricche, nonostante i cambiamenti climatici, possono andare a sciare con il covid, nel paese plastic free, e l’economia non si ferma.
Dal 2022 è tutto.
Il generale Arturo Esposito è stato a capo dei servizi segreti italiani (o come li chiamano ora) fino al 2016.
Riporto un trip interessante. Mi ha colpito intanto per quello che succede, ma soprattutto per la modalità di esecuzione del trip: senza sostanze. Non è un sogno, non avevo preso sostanze allucinogene, a sto giro ho fatto quello che K chiama “viaggiozzo”. Ovvero si sta con gli occhi chiusi e si lascia la mente libera di vagare, senza intervenire mai, in totale libertà. Per evitare di avere semplicemente una sequenza di scene o immagini a casaccio come può capitare nello stato ipnopompico del dormiveglia, avevo un set iniziale (ovvero partire dall’alto, infatti inizia con un aereo) e un obiettivo (trovare qualcuno a cui fare una domanda). Nella realtà è durato 20 minuti, lo so perché ho impostato un timer. E’ stato molto molto intenso, non ho “corretto” o romanzato nulla, questo è quello che ho vissuto. A fine trip ho registrato immediatamente tutto col registratore vocale del cellulare e ora ho semplicemente trascritto togliendo i vari ehmmm cioè tipoooo ehmm e poi era tipo eeehh come dire cioè mmm una cosa tipo ehhhh.
ora, che ci sia gente che si caghi nelle mutande vedendo un simbolo grafico poco conosciuto, tipo ə, per capirci, a me fa solo gioire. li ringrazio, perché sono così teneri e buffi. da giovine ero un povero pazzoide che amava disegnare, fare incidenti col motorino (ma anche skate, bici, andava bene tutto per farsi male), prendere treni e traghetti, ascoltare metal e rap, scrivere sui muri e programmare. la cosa più importante per me nella vita era la fantascienza e sognavo costantemente o di essere rapito dagli alieni o di doverci comunicare. veramente: ragazze, soldi, gelati, non c’era nulla di importante, a parte l’idea di venire a contatto con gli alieni.
Ovvero: se non sapete cosa regalarmi per il compleanno regalatemi un elenco puntato.
«La perfezione non è una bella cosa. Il meglio è nemico del bene. L’essere perfettissimo creatore del cielo e della terra non è di questa terra. Volerlo imitare è contrario alla religione e al buon senso. Diceva il grande esperto d’arte Bernard Berenson: “Mi pare che nelle cose troppo curate, nelle cose troppo perfette, vi sia un’ombra di volgarità, e che al contrario nelle cose logore, leggermente ammuffite, polverose, cenciose, ci sia un certo charme, una familiarità tenera e affettuosa”. Il vero signore non mette mai un vestito nuovo, lo fa portare un po’ al suo cameriere finché sembri un po’ usato, non troppo perfetto. Addirittura Stendhal diceva che in ogni tappeto autentico c’è un nodo sbagliato apposta, per evitare la perfezione sgradita agli dei. Nei monumenti equestri a Ranuccio e Alessandro Farnese, del Mochi, a Piacenza, i chiodi dei cavalli sono messi all’incontrario, con la capocchia sullo zoccolo, perché almeno in questo le statue non siano perfette. Una donna troppo perfetta non piace, deve avere almeno un neo. Nella civile Europa del ‘700 le dame che non avevano un neo se lo applicavano apposta. […] diceva che l’uomo perfetto è quello che assomiglia a tutti sebbene nessuno somigli a lui. Rassomigliare a tutti, sembrare una persona qualsiasi, passare inosservato: pensa da uomo ma vivi da borghese.»
(Giampaolo Dossena, sentito in radio – infatti non ho capito tutto)