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Le ragadi di Fabrizio Frizzi

Così come ho avuto il periodo della tonsillite ora ho il periodo delle ragadi – sono le mie personalissime correnti artistiche. Mi confronto con amici e amiche, scopro che diverse persone che conosco hanno vissuto in passato questa esperienza. Tra queste, una persona che non conoscevo personalmente, ma che ho sempre stimato, ovvero Fabrizio Frizzi.

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Dal doctore ctonio

Secondo lei cos’ha, mi chiede il dottore. Io rispondo che, considerate le cose lette su internet, penso di avere una ragade, ma è solo un’ipotesi. Odio fare il paziente che ne sa più del dottore e si fa la diagnosi da solo con google, quindi, prima che replicasse, ho aggiunto qualcosa come: ma ovviamente può essere di tutto, sinceramente non ne ho idea, sa com’è, si guarda su internet e… Mi ha interrotto e mi ha detto: “No, lei ha ragione. Credo proprio che lei abbia una ragade”. Il tono è perentorio, gli occhi sulla mascherina sono seri, come di chi enuncia una verità terribile (e infatti). Mi dice di mettermi sul lettino: si abbassi pantaloni e mutande. Aspetti, quanto? Non capisce. “Quanto devo abbassare? Cioè, abbasso tutto?”. “No, basta un po’”. Mi distendo sul lettino, posizione fetale, pantaloni e mutande a metà coscia. Bastava anche meno, dice. Poi mi ficca due dita in culo: “E quindi fa video? Di che tipo?”. Io zitto, non riesco a parlare. Lui: “Difficile parlare con due dita nel culo, eh? Eheheh”.

Insomma, a quanto pare l’anno è iniziato così.

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/di·ṣam·bi·gua·zió·ne/

Vado alla cassa e siccome ho solo il pane una signora mi fa passare, la ringrazio. Il giorno dopo vedo un ragazzo prima di me che ha solo il pane e lo faccio passare davanti, e lui mi ringrazia. Quando si libera lo spazio sul rullo metto il separatore, così la persona dopo di me può a iniziare a sistemare la sua spesa, e incrociando per un attimo gli sguardi sorridiamo. Quando sulla strada di casa incrocio una macchina e in due non ci passiamo, allora uno dei due accosta e fa passare l’altro, e ci facciamo un gesto di saluto. Se esco la sera con le luci spente qualcuno mi fa i fari per segnalarmelo, e quando c’è un posto di blocco qualcuno mi fa i fari per avvisarmi, anche se non ci conosciamo, anche se non sa quali sono le mie intenzioni.

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la colazione salata

da twitter arrivo a un’intervista a un editor e scrittore. non resisto a questo tipo di contenuti, fanno molto radio 3, devo leggerli.

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Ciondolo

quando ero bambino

(ebbene sì, siamo ai ricordi d’infanzia, ormai non si rischia ma si raschia: il fondo del barile)

credo più o meno nell’estate del 1993, durante una gara di pesca alla quale partecipava il fratello di mio P.A.D.R.E, cioè mio Z.I.O., faceva molto caldo e c’erano molte zanzare e uno dei concorrenti indossava un cappello con la visiera. da dietro il cappello spuntava, ma sarebbe meglio dire che cadeva giù, un codino nero come quello che all’epoca aveva Fiorello.

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entrare all’agenzia delle entrate

all’agenzia delle entrate non si può entrare
all’entrata c’è l’uscita e nei corridoi ci si incontrava tra naufraghi a chiedersi dove andare, cosa fare, come fare
una volta dentro, gli orologi erano tutti fermi e tutti su orari diversi
l’usciere non si preoccupava delle persone che non potevano entrare, giusto un po’ di quelle che non riuscivano a uscire (è uscere)
vedendo una coppia di anziani signori dietro la porta a vetri in difficoltà ho osato intervenire, lui mi ha sgridato, io gli ho detto che dovevano entrare e lui, continuando a leggere il giornale, ha ribadito che quella non è l’entrata, è l’uscita

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Contro Pornhub

pornhub è l’amazon della pornografia online, anzi forse è peggio.

una volta c’erano tanti siti porno, piccoli, medi e grossi, ma per lo più medi. poi a un certo punto sembravano tanti siti simili ma diversi e in realtà appartenevano tutti agli stessi proprietari, ovvero quello che oggi conosciamo come pornhub.

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Mascherina

ieri al supermercato mi sono improvvisamente accorto che:

  • stavo facendo la spesa con il volto coperto (mascherina, occhiali da sole, cappello)
  • non stavo lasciando impronte digitali (guanti obbligatori all’entrata)
  • quasi nessuno mi guardava in faccia (distanziamento sociale, clima ansiogeno-paranoico)
  • le guardie sono tutte impegnate a controllare che la gente non vada a correre o che non faccia cagare troppo il cane (finalmente un lavoro alla loro altezza)

e quindi al momento di pagare mi sono chiesto: aspetta, perché dovrei pagare? perché non sto facendo una rapina? perchè non stiamo TUTTI facendo delle rapine?

Non so, l’ho trovata cercando “ladro mascherato”, non ho spiegazioni.
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Contatto

cambia l’ora, me ne accorgo perché mi sveglio tardi e facendo due chiacchiere con un amico lontano su whatsapp mi dice “beh ma è normale, è cambiata l’ora” e io dico “ah ecco perché”. poi mi viene il dubbio che mi stia prendendo in giro, allora cerco online e in effetti ci sono le varie news sul cambio d’ora eccetera, quindi è vero. leggo che è cambiata tra le 2 e le 3: a quell’ora il mio telefono si è adattato automaticamente, senza avvisarmi, ed è solo a questo punto che ricordo: io in quel momento ero sveglio e stavo passeggiando dentro la stanza ascoltando video sugli acquari, quando ho buttato l’occhio all’orario e ho pensato “cazzo, è tardi”. in pratica è passata un’ora in pochi minuti e a me al momento è sembrato normale. forse solo ieri sera ho capito cosa si intende quando si dice che il tempo è relativo, o che non esiste. allora mi è venuta in mente quella scena dell’ora del lupo di bergman, un film che un qualunque essere umano che avesse l’idea di girare un horror dovrebbe guardare almeno 35 volte anche solo prima di mettersi a scrivere la sceneggiatura (tutto il film, minuto per minuto, inquadratura per inquadratura, ma in particolare la scena del bambino sugli scogli, capolavoro nel capolavoro), cioè la scena “del minuto”, decisamente d’attualità in questi giorni di quarantena, insonnia, giornate e soprattutto notti che sembrano più lunghe del solito. allora, la perfezione della scena è nota, max von sydow davanti, ma la vera protagonista (di tutto il film) è ovviamente liv ullmann, che osserva sconsolata attonita pietosa e spaventata questo marito narcisista egotico egomaniaco che misura il passare del tempo, nello specifico di un minuto. composizione ovviamente perfetta, sguardo di lui sull’orologio, rumore delle lancette, viso di lei illuminato che lo guarda preoccupata. è una delle scene più angoscianti della storia del cinema, uno dei vertici massimi di tutta questa buffa arte. quando lui dice “ah ecco, finalmente è passato”, non sentiamo più le lancette e vediamo liv ullmann tirare un sospiro di sollievo, e noi con lei: per fortuna questo minuto è passato. certo, ce ne saranno molti altri, ma intanto questo è passato.

https://www.youtube.com/watch?v=gYbQRPxI9Z0

tutto questo non c’entra niente con quello che dovevo fare, che era semplicemente dire: nuovo video del papa

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Bezos scopre l’Amore

isolamento sociale, clausura, stress psicologico, malattia, atmosfera apocalittica, rabbia, insonnia, angoscia e abuso di *******: ero così esattamente un anno fa, quando ho fatto questo video che ora diventa improvvisamente attuale perché l’amore batte ogni cosa (ma anche la scienza è importante)

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Quarantenna 1.1

scienza a parte penso sia anche il momento di soluzioni esoteriche e riti apotropaici, di inventarsi ogni giorni migliaia di divinità da venerare e a cui rendere tributo. noi avevamo iniziato così:

(o forse proprio così abbiamo scatenato tutto questo? mmm)

ma ieri, proprio mentre auspicavo gesti apotropaici, ecco che, durante l’illegale passeggiata mattutina tra i campi, scopro che LA CAMPAGNA ESOTERICA RESISTE:

da qui, tra psicogeografia, decreti e ordinanze, inizio a vedere segni ovunque, come all’inizio di Cosmo di Witold Gombrowicz, quando i due protagonisti trovano un uccello e un bastoncino impiccati e varie associazioni fra questi e un gatto e una bocca a una crepa sul muro: e la realtà diventa davvero così, se si esce solo una volta al giorno per un’ora, l’ora d’aria, e si guarda tutto come la prima volta, come un rebus oscuro e confuso di cui ogni giorno si può intravedere una soluzione ma ogni giorno cambia un po’ e la soluzione non arriva mai e forse non esiste.

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Intelligenza artificiale e terrorismo

no va beh, non è un long form su questo tema, non saprei scriverlo e nessuno mi paga. è solo che ho rivisto questo interessante scambio tra Data (un androide, per chi non avesse mai visto Star Trek – ma che gente siete?) e il capitano Picard:

Data: Capitano, ho riguardato la storia delle ribellioni armate, e sembra che il terrorismo sia un metodo efficace per promuovere i cambiamenti politici

Picard: Sì, può essere. Ma io non mi sono mai trovato d’accordo con la teoria che il potere politico passi per le canne dei fucili.

Data: Eppure ci sono numerosi esempi del suo successo: l’indipendenza dello stato messsicano dalla Spagna, la riunificazione dell’Irlanda nel 2024, la ribellione Kensey.

Picard: Sì, ne sono al corrente.

Data: Allora sarebbe più preciso dire che il terrorismo è una pratica accettabile quando tutte le possibilità per una soluzione sono precluse.

Picard: Purtroppo ci sono questioni con cui l’umanità combatte dall’inizio della storia. La sua confusione è puramente… umana.

(tratto da Star Trek TNG 3×12, I terroristi di Rutia, Data Stellare 43510.7)

Leggo che:

da qui

Sul terrorismo nello spazio si veda anche il bellissimo personaggio di Tom Zarek, protagonista di alcuni degli episodi più interessanti di Battlestar Galactica https://galactica.fandom.com/wiki/Tom_Zarek

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Better Call Angelo

youtube italia ha ufficialmente il suo saul goodman.

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1 hour Vicini Napoletani che litigano for Relaxing, Sleeping, Meditation

Il sottofondo della vita

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Eppure

Eppure ci dev’essere un livello di sofferenza superiore, qualcosa di peggio che vivere, qualcosa di peggio del dolore. Io sento, quando mi obbligo a ingoiare quest’aria che non vorrei ingoiare, che forse non vivere è peggio che vivere; e che pensare il contrario è solo una consolazione. Vivere, è dolore; smettere di vivere, è dolore; ma anche non essere ancora nati, chissà, forse è dolore. E da qualche parte gli increati pensano: beati loro, che sono vivi e devono soffrire meno di noi, perché è possibile che esistano modi di non essere peggiori di questo essere.

(cartolina di auguri di compleanno scritta per una nipotina di otto anni)