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L’Idea

Siccome ho in cantiere tre o quattro romanzi, una dozzina di sceneggiature e un centinaio di racconti, ma i miei cantieri sono di quelli italiani con un paio di operai scazzati che da un giorno all’altro potrebbero chiudere tutto dato che la ditta ha fallito perché queste aste al ribasso sono una cazzata, allora come molti altri sfigati ho l’abitudine di tenere sempre vicino al letto – con la bottiglia d’acqua, il cellulare e un coltello da gaucho con impugnatura in argento – un taccuino dove segno le idee geniali che mi vengono durante la notte. Anche se, va detto, credo che nella storia della letteratura siano molto rari i casi di buoni libri scritti grazie a un’idea venuta durante la notte.

Prima usavo il cellulare, ma quello “nuovo” (virgolette perché è comunque un modello che già mia nonna troverebbe obsoleto) ha il display troppo luminoso e nella notte rischio la cecità, di conseguenza sono tornato al caro vecchio taccuino pigna. Ad esempio stanotte mi sono svegliato con una di quelle idee che mi sembrano definitive, quelle che risolveranno tutto, poi basterà solo mettersi a scrivere: segno tutto, poi mi riaddormento. Stamattina mi sveglio e l’idea che trovo sul taccuino è questa:

“siciliANO = sinonimo di siCULO”

Ecco qua, ora basterà solo mettersi a scrivere, no? Inizia a tremare, Fedor. O smetti di farlo se lo stavi già facendo.

4 risposte su “L’Idea”

a dire la verità sono sempre gli stessi da anni. è che segno scrivo poco a mano, anche perché di solito poi non riesco a leggere quello che ho scritto.

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