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Se ti venisse un tumore gli manderei dei fiori

Era il solito Cioran, se non ricordo male, che parlava degli effetti benefici dello scrivere insulti. Quando il nocciolo della nostra centrale nucleare dell’odio si surriscalda oltre i livelli di guardia è una buona terapia prendere un foglio (diceva lui – mo prendete il portatile, il tablet, la carta igienica, quello che volete) e lasciarsi andare all’odio più sfrenato. Lasciate che il male esca dalle vostre vene e si disperda nel mondo. Sfogatevi contro qualcuno barra qualcuna o contro la mamma di qualcuno barra qualcuna. Ingiurie, villanie, vaffanculi, una bella lettera di minacce: dite a qualcuno che vi sta sulle palle quanto vi fa schifo e quanto secondo voi dovrebbe morire soffrendo il più possibile. Poi però non speditela.

Io ad esempio ne conservo ancora oggi una bellissima che un mio amico scrisse a un suo nemico. Per tenere il mio amico al sicuro – principalmente da se stesso – presi in custodia quella lettera dicendogli che forse era meglio non spedirla subito subito – che fretta c’è? – me ne sarei occupato io, anche perché il mio amico, che nelle azioni spontanee si dimostrava assolutamente geniale, aveva usato la carta intestata del posto dove entrambi stavamo lavorando. E quella lettera ce l’ho ancora lì, in un cassetto. Ed è bellissima, genuina, potente. Dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’energia dell’odio è infinitamente più potente dell’energia dell’amore.

Certo, a volte questo può causare situazioni spiacevoli, come genocidi o stragi nelle scuole; ma a volte, se si segue il consiglio di Cioran e si prende carta e penna, vengono fuori cose belle e dopo ci si sente meglio, con i muscoli distesi, lo stomaco in pace assoluta e il sorriso sereno di un monaco zen (gente che all’occorrenza sa essere stronzissima, ricordiamolo).

Beh, amlo ha fatto un libro di insulti.

Ce ne sono alcuni così belli che viene voglia di scendere subito in strada e usarli con il primo che passa, (“Se il poker si giocasse col cazzo avresti una faccia da poker”); ma i miei preferiti sono quelli semplici, terra terra. Tipo fai cagare, vaffanculo – muori, merda.

Si paga con i soldi: dovete andare qua e comprarlo. E ve lo mandano proprio a casa, di carta.

12 risposte su “Se ti venisse un tumore gli manderei dei fiori”

beh per essere un post sull’utilità dell’odio ho scatenato reazioni di commozione e ammore, non me l’aspettavo! bene così

è commovente che consigli di comprare un libro di uno stronzo qualsiasi solo perchè tu gli vuoi bene… e che conservi una lettera piena d’odio solo perche ci ha fatto tanto ridere (anche oggi, per quello che ricordo).

che bello questo lato dell’odio. Amlo non risentirti, sei stronzo ma non sei qualsiasi 🙂

oltretutto, non scendiamo nei dettagli, ma in quella lettera c’erano anche i disegni. i disegni! forse erano la parte migliore. perchè l’odio stimola la creatività (l’amore no)

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