Il nuovo sardo su twitter si definisce interaction designer e social media editor, ha molti amici giornalisti e uno o due che parlano il sardo perché fa chic, comunque tutti suonano in almeno un gruppo, si muove in bici perché è contro l’inquinamento ma prende almeno 18 aerei all’anno perché è un fan di ryanair, partecipa a corsi di marketing culturale, dice che non lascia l’isola perché ama la sua terra e non perché se partisse dovrebbe vendere l’iphone e fare il lavapiatti nella periferia di Frankfurt, partecipa alle pizzate del gruppo degli instagrammers sardi, unisce atteggiamenti indipendentisti e di antagonismo con settarismo e consumismo spinto, ha almeno un amica spagnola e sicuramente un amico sardo che si chiama Frantziscu.
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11 risposte su “Il nuovo sardo”
Il nuovo sardo mi fa venire voglia di cantare l’inno italiano e di abbracciare Buffon negli spogliatoi.
mmm, il nuovo sardo somiglia abbastanza al vecchio milanese
esatto. e tremo al pensiero del nuovo milanese, a questo punto.
i nuovi milanesi sono tutti a berlino
è il momento giusto per ricostruire il muro
Voglio un decreto legge anti-pizzata.
il nuovo milanese è un parassita di mamma (papà ha divorziato qualche anno fa e ora sta con una russa), ha l’iphone nuova generazione e non ha idea di cosa siano soldi lavoro ecc. ma sa tutto sui locali di moda e metteva i braccialetti di moda prima che il tg5 ne parlasse. Il nuovo milanese ha speso 10.000 euro in un master in cui non ha imparato un cazzo e non se lo fila nessuno perchè anche se sa usare facebook, in realtà facebook è già vecchio.
ahi, qui sento odore di esperienza diretta, ahah
il tuo post in pratica parla del nuovo provinciale. pure dalle mie parti stiamo pieni di sti individui. è vero, il milanese è diverso, in un certo senso è avanti nella tristezza.
ps. le pizzate devono morire.
guarda io sono in modalità devono morire TUTTI, quindi non posso che essere d’accordo.
pure io, ma forse dovremmo indagare sui nostri traumi d’infanzia. anche se in realtà ricordo di essere sempre stato così, dunque forse dovremmo tornare indietro ai traumi pre-parto.