Stasera stavo pensando a Richard Donner.
E’ uno di quei registi dalla carriera strana, ha fatto tanti film famosi eppure non è noto quanto altri. Non è un nome pop, è il classico “ho presente ma non mi viene il nome”.
Chi conosce la serie di Arma letale di solito non sa che è anche il regista del bellissimo The Omen. Ma ha fatto anche Superman, I Goonies e poi, trent’anni dopo, il meraviglioso 16 Blocks (meraviglioso soprattutto per l’apoteosi della recitazione decadente di Bruce Willis).
Sono quelli che hanno carriere troppo eterogenee per essere considerati star del loro campo.
Un po’ come Robert Stevenson, altro dalla filmografia stranissima. O ancora di più Joseph Losey, di cui ho rivisto da poco il meraviglioso Il Servo. E in un certo senso anche Blake Edwards. O, tra gli attori, il mio caro amico David Niven.
Ma ce ne sono tanti altri, di solito sono quelli che vengono definiti “grandi artigiani del cinema”, contrapposti agli “autori”.
Mi viene da pensare anche a Woody Harrelson, un attore da sempre in quella categoria “ho presente la faccia ma non mi ricordo il nome”, mentre tutti, anche gli scemi, sanno chi è Toni Servillo, per dirne uno.
E Kevin Smith, che con un paio di filmetti è considerato autore di culto e nome super-pop? (A proposito, il suo Red State mi è piaciuto, grazie anche a un altro grande attore poco noto, Michael Parks. La sua interpretazione del predicatore pazzo è magistrale, mi ha ricordato Peter Mullan, che avrei visto bene in quella parte come in qualunque altra parte.)
Il fatto è che è proprio così: se vinci un oro tutti si ricordano di te, se vinci 10 argenti no. Figuriamoci poi se vinci qualche bronzo.
Ce ne sono tanti così, dalle filmografie misteriose.
Bisognerebbe fare una bella lista, tipo “Grandi artisti di cui però non ricordiamo il nome”.
In genere sono quelli che hanno fatto cose troppo diverse, mischiando cose belle, cose pop per fare soldi, roba sperimentale e merda non riuscita, e quindi non hanno conquistato una sola fetta di pubblico.
Per dire, Bela Tarr e Les Rallizes Denudes i loro sostenitori li hanno (io sono fra questi, ad esempio). Ma Richard Donner? Ci sarà un fan di Richard Donner?
Sono quegli artisti che non hanno una loro identità come “autori”: ci sono solo le loro opere disordinate, che apparentemente non seguono nessun filo logico, nessun senso. Hanno solo fatto il loro lavoro, per tanti anni. E forse sono loro i veri maestri. I grandi autori minori.
Ho un affetto particolare per questo tipo di gente.
Mi fanno pensare a quella definizione di non so chi dei Residents: il più grande gruppo sconosciuto della storia.
Togliete “sconosciuto” ed erano i Beatles.
4 risposte su “Non mi viene il nome”
per me il più classico di tutti è cris cristofferson, del quale ho dovuto imparare a memoria il nome perchè dopo 1.000 film, tutti con la stessa reazione (ahh ma c’è anche.. come si chiama… lui, dai quello che ha fatto anche…).
per i residents la cosa bella è che continuano dopo 30nt anni a restare nell’oscurità. anche se in fondo, avendoli trovati anche nei CD al megastore forse non sono piu cosi sconosciuti.
beh kris ha anche una bio meravigliosa.
sì la citazione finale dei residents infatti è un po’ sbagliata, loro rientrano in quella categoria di artisti che, anche grazie alla loro coerenza, una fetta di fanatici sostenitori se la sono conquistata. anzi, la loro invisibilità ha contribuito.
nel frattempo è morto tony scott.
il mio preferito invece è J.T. Walsh, grande attore, a quanto pare grande persona e soprattutto ispiratore di questa poderosa lista degli attori di cui non ci viene il nome
bella lista, non conoscevo.
monj mi suggerisce anche michael ironside (che infatti è anche in quella lista) e michael lehmann, regista che esordì con schegge di follia e poi proseguì con altri film uno più “ma che cazzo stai facendo?” dell’altro.