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Per dire

Ieri sera ho rivisto quella piccola perla anni 80 di The Hunger (Miriam si sveglia a mezzanotte), esordio del 1983 di Tony Scott. Malatissimo, fotografia e soprattutto montaggio incredibile. In particolare all’inizio sembra perfino sbagliato, e invece si dimostra al limite dell’avanguardia. L’inizio resta grandioso: atmosfere che Lynch replicherà decenni dopo in Strade perdute e non solo, con Bela Lugosi is Dead dei Bauhaus, tipe che ballano senza motivo, montaggio misterioso con scimmie pazze, fotografia raffinata e fumosa, poi di colpo arriva il bagno di sangue. Un inizio fantastico. A seguire David Bowie che diventa vecchio in due o tre scene, ancora scimmie pazze, un rapporto lesbo tra Susan Sarandon e Catherine Deneuve, poi sangue, bambine uccise, sangue, roba egiziana, Bach, Schubert, Ravel ma anche Iggy Pop, fino alla virata totalmente horror del finale. Tutto il film ha un clima perverso, malato, il dark-glamour di quegli anni 80 che dietro il patinato mostravano sangue, organi marci, solitudine e malattia (sostanzialmente è un film di vampiri). Beh, poteva non piacere?

Sì, ovviamente.

Fu un fiasco a tutti i livelli, tanto che Tony Scott si ritirò dal mondo del cinema per TRE anni.

Tre anni dopo gli fanno fare Top Gun, e poi vabbè, ha continuato così. A me piacque anche L’ultimo boyscout (“piacque” fa sempre ridere, comunque più che piacque diciamo che è un film che ho visto una trentina di volte e che cito a memoria). Film tra l’altro dalla sceneggiatura ammirevole, scritto da Shane Black, lo stesso che all’età di 26 anni scrisse Arma letale mentre io alla stessa età perdevo tempo nei blog a lamentarmi di quanto fosse triste vivere.

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