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Pensavo

E se la vera protagonista fosse la cinepresa e quindi ogni film sarebbe la storia delle sue allucinazioni vissute in soggettiva? Non si spiegherebbe il controcampo, però. Anche se negli stati dissociativi è possibile percepire il proprio corpo altrove… C’era una scena bellissima di un film che purtroppo non ricordo, dove un tizio viene inseguito, forse su un ponte, e corre verso lo schermo. Va talmente veloce che a un certo punto sembra che stia per sbattere contro la cinepresa e in quel momento tifi per gli inseguitori, che infatti all’ultimo riesco ad afferrarlo. La scena era stupenda perché sembrava davvero che l’inseguito stesse per sbucare fuori dallo schermo fino all’ultimo, quando viene afferrato e riportato dentro. Il regista aveva davvero creato uno spazio virtuale, quello tra la cinepresa e gli spettatori, dove per un attimo si percepiva che sarebbe potuto cadere il protagonista. E tutto questo senza 3d, anche perché se non ricordo male era un vecchio film in bianco e nero. O forse l’ho sognato, ora mi sta venendo il dubbio.

3 risposte su “Pensavo”

probabile. l’alternativa è che il cinema sia sempre metafora di se stesso, cioè che ogni cosa raccontata parli in realtà del cinema stesso. aspetta un secondo, mi sta telefonando Ghezzi, finisco dopo il commento, ciao

mi sa che ora sono in quello spazio.

ma sono cose che succedono, no? succedono a tutti, succedono anche a me.

credo di si, Ghezzi mi ha detto di dirti di stare tranquillo che va tutto bene, poi mi ha fatto la supercazzola e non ho capito il resto

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