comunque c’è una grave frattura tra me e il mondo reale*. poco fa, siccome sentivo della musica forte provenire dalla piazza vicino a casa mia (denominata “piazza dello stagno” in quanto antistante allo stagno) mi sono avvicinato per curiosare – e già qui si capisce che la storia finisce in tragedia – e ho scoperto che era e tuttora è in corso un festival di hip-hop-breakdance-skaters-writing-ecc ecc. ovvero centinaia di giovani tutti uguali, depilati, inutilmente muscolosi, con tatuaggi orrendi, visi a metà tra l’ingenuo e il crudele, pronti ai peggiori peccati del mondo senza nemmeno accorgersi di commetterli, mediocrità, puzza di patatine fritte, nemmeno vuoto assoluto ma peggio: vuoto riempito di toraci depilati e puzza di patatine fritte; mi sono sentito come improvvisamente paracadutato nel deserto delle sabbie mobili, e senza dubbio avrei preferito essere retrostante e non antistante allo stagno. sono quei momenti probabilmente ben descritti da qualche vocabolo tibetano che ignoro, qualcosa a metà tra l’illuminazione e il suo contrario, pericolosamente vicini a una zona grigia oltre la realtà (metaforicamente viene abbastanza facile, dopotutto l’ho già fatto qualche mese fa, paragonare il tutto allo stagno, la Zona).
forse spaventato da queste sensazioni, ho messo in moto il cervello e in quel momento ho riflettuto su alcune cose che apparentemente non c’entrano niente:
– Houria Ivanan è stata la più grande cantante degli anni 80.
– nella pizza nessuno mette più l’origano, non so perchè.
– per i soldi, per i soldi, per i soldi. facciamo tutto per i soldi. e il bello è che quando non facciamo qualcosa, pensiamo: facciamo qualcosa per i soldi.
– poche regole, una: non prendere mai la pizza che ha il nome della pizzeria, fa sempre cagare, a meno che la pizzeria non si chiami “margherita”.
– la cosa terribile è che più vai avanti e più tua sorella ti viene dietro: va avanti anche lei.
2 risposte su “La valigia vuota”
Oppure tre minuti fa, è indifferente.
Ho vissuto un’esperienza simile al parco Lambro, qualche anno fa (5? 7? Chi si ricorda, il tempo è una colata informe), e c’era tutto: tatuaggi, volti inetto-crudeli, tanto skating e tanto writing. Porchettaro in luogo del patatinaro; guest star: un “tuo conterraneo” che ho sempre odiat0.
La Zona Grigia è salvezza, fino a quando non sei spinto a guardare fuori spinto dalla curiosità, che, come hai evidenziato, è prologo di tragedïæ.
chi era, Salmo?