troppe volte l’uomo si era illuso di essere arrivato all’agognata conclusione. ma in realtà al traguardo finale mancava sempre qualche metro. ne era sicuro, l’uomo sarebbe caduto prima della linea d’arrivo, senza quindi cadere mai davvero. trovava infantili i sogni catastrofici dei suoi simili. l’illusione era sintomo di inferiorità, tollerata nei giovani ma assolutamente deplorevole negli adulti. e gli uomini, rispetto alla fine, erano tutti come dei bambini. ma lui era diverso, lui aveva ben altri pensieri in testa. le borse che crollavano e l’acceleratore di particelle di ginevra non lo toccavano minimamente. la sua scoperta, quella sì che era importante.
qualche anno prima aveva capito che gli alieni erano sulla terra da un sacco di tempo, praticamente da sempre. l’uomo li aveva sempre avuti davanti ai propri occhi, anzi per la precisione sopra la testa. organismi in forma di vapore, silenziosi, lenti, pazienti. le nuvole. certo, le nuvole! era così facile. così alla portata di tutti. ma lui c’era arrivato prima degli altri. aveva cominciato a studiare le nuvole, fotografarle, osservarne i movimenti, i colori, ogni minima variazione. aveva album con centinaia di foto di nuvole che custodiva nei suoi archivi segreti. le fotografava dalla finestra e poi le stampava in gran segreto, la notte, nella camera oscura che si era costruito artigianalmente nel bagno di casa sua. poi le incollava in grossi quaderni che comprava a blocchi di 20 in tanti supermercati diversi, per non dare nell’occhio.
recentemente aveva sviluppato una nuova interessante teoria. quando capitava di pensare di riconoscere forme familiari nelle nuvole, un coniglio, un cuore e via dicendo, non si trattava assolutamente di coincidenze. a suo parere erano tentativi di comunicazione da parte degli organismi extraterrestri utilizzando simboli a noi conosciuti. anche questa sua teoria, come tutto il resto del suo lavoro, aveva deciso di non renderla pubblica, non ancora. quando qualcuno, nel forum su ufo e altri misteri che seguiva da anni su internet, aveva accennato alla possibilità che le astronavi potessero nascondersi all’interno delle nuvole o che addirittura potessero essere le nuvole stesse, lui aveva manifestato immediatamente un radicale scetticismo, cercando in ogni modo di portare il discorso su altri temi. odiava chi la pensava come lui, o anche chi solo si avvicinava ai suoi pensieri. tendeva ad allontanare le persone che avevano idee troppo simili alle sue. anche se, va detto, non gli capitava spesso di incontrarne.
Una risposta su “Non si faceva che parlare della fine del mondo, ma lui, da parte sua, non era convinto”
l’hai inventato te?
o è un estratto di qualche libro?
bello cmq.