oggi sono ossessionato da questa frase letta in un libro:
Durante la detenzione Kropotkin scrive un’opera sulle glaciazioni del Quaternario
ora, uno giustamente può dirmi: ma tu non hai proprio un cazzo da fare, se sei ossessionato da questa frase.
e invece no, ho da fare, ma non riesco a pensare ad altro, solo a questa frase.
Durante la detenzione Kropotkin scrive un’opera sulle glaciazioni del Quaternario
mi piace pensare a un giovane anarchico che va in biblioteca e, siccome tutti gli altri libri di kropotkin sono presi, l’unico che trova è la sua opera sulla glaciazione del quaternario. e basa tutta la sua ideologizzazione e radicalizzazione su quell’opera. sulle glaciazioni del quaternario.
ha letto il libro sbagliato, ma l’ha illuminato comunque. la sua vita è cambiata. ha trovato tutte le risposte.
si avvicina agli amici anarchici e chiede qual è la loro fase glaciale preferita del quaternario, lui tenderebbe per la Mindel, ma anche la Riss non è male. gli anarchici non capiscono cosa sta dicendo, non lo ascoltano.
lui si allontana, deluso, ma in fondo se l’aspettava. come dicevano kropotkin: il ghiaccio di ieri non può essere il ghiaccio di domani.
Durante la detenzione Kropotkin scrive un’opera sulle glaciazioni del Quaternario
Una risposta su “Durante la detenzione Kropotkin scrive un’opera sulle glaciazioni del Quaternario”
bello. spostando in galera la lettura del giovane anarchico (ecco allora perché non era cazzo di trovare opere di argomento politico), la cosa diventa un quasi-remake di san michele aveva un gallo che guarderei volentieri.