Mio zio a volte faceva il bagno con gli occhiali da sole e la sigaretta. E con stile ed eleganza riusciva a tenere fuori dall’acqua la sigaretta in modo che non si spegnesse.
Teneva una mazza da baseball dietro alla porta per colpire il vicino di casa che odiava e una volta l’ha quasi fatto (colpirlo).
Aveva una fionda professionale che usava per colpire i cani del vicino quando abbaiavano. Non so cosa voglia dire “professionale”, ma lui l’ha sempre definita così.
Aveva una barca a vela parcheggiata nel giardino. Ce l’ha avuta per anni, la fissava e chiedeva agli altri cosa ne avrebbe potuto fare.
Anni prima aveva chiesto a un altro nipote di fare un giro in barca a vela ma dopo pochi minuti erano dovuti tornare indietro perché gli era venuto il mal di mare. L’idea della barca a vela però era rimasta in giardino.
Sapeva aprire le bottiglie di vino senza apribottiglie, usando un muro e un asciugamano, senza romperla. Gliel’ho visto fare diverse volte.
Quando ero piccolo mi portava a vedere gli aerei da guerra che atterravano nella vicina base americana. Una volta ci siamo avvicinati troppo e io gliel’ho fatto notare perché c’erano dei cartelli che dicevano che là non potevamo stare. Lui aveva detto che si poteva, poi erano arrivate le camionette dei militari per mandarci via.
Il rumore degli aerei era così forte e noi eravamo così vicini che per un po’ pensai di aver subito dei danni all’udito.
Un’altra volta si è infilato con la macchina in una strada che in realtà era un sentiero di una scogliera, io gliel’ho detto ma lui ha detto che si poteva andare avanti. Poi ci siamo incastrati e non sapevamo più come uscire.
La conclusione di ogni uscita era “non dire niente a nessuno”.
In generale il suo scopo nella vita era arrivare con la macchina là dove nessuno era giunto prima.
E, in caso di fallimento, non dire niente a nessuno.
Nel portafoglio aveva uno stecchino metallico che usava per mangiare le lumache. Se lo portava sempre dietro. Sono abbastanza sicuro che sia stato l’unico uomo al mondo a portare uno stecchino metallico per mangiare le lumache nel portafoglio.
I suoi piatti preferiti erano:
- lumache al sugo
- spaghetti con i ricci e/o bottarga
- cozze crude, ricci crudi
- ostriche
- burrida cagliaritana (l’unica che ha senso di esistere)
- capesante gratinate
- gamberoni arrosto
- aragosta alla catalana
- fritture praticamente tutte
- muggine arrosto (soprattutto quello delle feste)
- patate al forno
- maialetto arrosto
Col maialetto era ossessionato, una sua mossa tipica era autoinvitarsi a pranzo e presentarsi con un maialetto da arrostire.
Quando ha scoperto Internet si è comprato un computer ma credo che non abbia mai capito come usare Internet, nè a cosa potesse servirgli. Però ce l’aveva.
Una volta si è ripreso mentre dormiva e poi ha mostrato il video a tutta la famiglia per farci sentire – e vedere – quanto russava forte.
Comprava le stecche di MS. Aveva i baffi ingialliti dalle sigarette. Ogni volta che uscivo con lui prima bisognava passare dal tabacchino.
Da giugno e ottobre viveva in bermuda cortissimi, zoccoli, canottiera bianca, unghia del mignolo lunga. Questa era la sua tenuta per fare la grigliata, andare in spiaggia, fare lavori in giardino, andare in ristorante, andare nei negozi, andare in banca, ecc.
Il resto dell’anno era sempre elegante, camicia, giacca, cravatta e pancia grande quanto una donna incinta al nono mese. Ma solo la pancia, il resto del corpo era esile e aggraziato.
Amava spaccare le noci. Quando c’erano da spaccare molte noci per una ricetta, lui era entusiasta di farlo, le spaccava e le tritava. Una volta ci ha regalato uno spaccanoci a forma di gambe di donna.
Quando ero piccolo gli avevo chiesto di registrarmi un film da Tele+. Dopo il film che mi interessava ce n’era uno di quelli erotici soft italiani anni ’70. Lui mi diede la vhs e mi disse che se avevo bisogno di qualcosa di più forte poteva procurarmela. Intendeva film porno.
Negli anni ha rinnovato l’offerta varie volte ma io ho sempre declinato.
Quando mia madre è rimasta incinta di mia sorella, ha comprato casse di birra perché convinto che facesse bene a mia madre per allattare meglio. Alla cassiera diceva “mia nipote deve allattare”. Quando mia sorella aveva pochi giorni di vita, lui comprava la Nutella (che metteva sui savoiardi) per darla ai bambini. Era convinto che facesse bene. E forse aveva ragione.
Su qualsiasi argomento politico lui aveva sempre la posizione più sbagliata e assurda. Però aggiungeva sempre “Perché, sai, io sono ignorante” e poi chiedeva consiglio: “Secondo te mi sbaglio?”.
Anche sul piano morale era imprevedibile e inafferrabile. In sostanza era un ribelle educato da conformista. Avrebbe potuto rapinare una banca, sono sicuro che gli sarebbe piaciuto, ma allo stesso tempo era pronto a linciare un ladro o chiedere la pena di morte per un rapinatore.
Un altro posto dove mi portava sempre era sulla scogliera a vedere i surfisti. Ovviamente riusciva ad arrivare fino in cima con la macchina e da lì, a volte senza nemmeno scendere, ammirava i surfisti cavalcare le onde, estasiato.
Una volta eravamo in macchina io, lui e mio padre, e lui come al solito correva. Mio padre gli chiese di rallentare e lui rispose “se devo morire, voglio morire così, correndo in macchina”. Mio padre gli fece notare che però c’eravamo anche noi due, e che non volevamo morire. Lui, irritato, rallentò.
Da giovane era bravissimo nel gioco del tennis. Tutti quelli che lo conoscevano lo ricordavano per questo. A me è sempre sembrato impossibile, finchè non ho visto una foto di lui da giovane in una posa plastica ed elegante, mentre gioca a tennis. Era vero.
Aveva la capacità di litigare con chiunque. Anche a quasi 80 anni finiva in situazioni potenzialmente violente. Ad esempio una volta ha minacciato di prendere a pugni un giovane muratore che faceva i lavori davanti a casa sua. Quello gli rispose che non lo picchiava solo perchè era un anziano, cosa che fece incazzare mio zio ancora di più.
Allo stesso tempo aveva anche la capacità di attaccare bottone con chiunque e parlarci per ore, suscitando simpatia. Finchè non si toccava qualche questione politica.
Chiamava negri i negri, froci i froci. Era razzista con tutte le razze possibili. Discriminando tutti, di fatto non discriminava nessuno. Era molto cortese con gli estranei, faceva amicizia con tutti.
Una volta un mio amico che non conosceva è venuto a casa mia mentre io non c’ero, ma c’era mio zio, che ha invitato lui e la ragazza per pranzo. Loro hanno gentilmente declinato l’invito, lui ha chiuso la porta e ha nascosto la chiave, dicendo che non potevano dire di no. Quando sono tornato io ho trovato i miei amici, mio zio e il resto della famiglia che mangiavano e brindavano allegramente.
Allo stesso tempo, sapeva essere anche molto paranoico. Ad esempio al supemercato era convinto che tutte le cassiere gli dessero il resto sbagliato per fregarlo. Tutte, ovunque, sempre. Più passano gli anni più penso che forse aveva ragione.
A ogni capodanno mi portava a comprare pericolosissimi e meravigliosi fuochi d’artificio illegali.
Una volta, ispirato dal suo genio, ho svuotato decine di petardi magnum e ho fatto una specie di grosso candelotto di polvere da sparo. Glielo mostrai e gli proposi di farlo esplodere. Lui mi rispose che avremmo dovuto metterlo dentro una bottiglia. L’esplosione fu molto più potente del previsto e alcuni pezzi di vetro ci sfiorarono. Tornammo in casa e lui mi disse di non dire nulla a nessuno.
Era uno sperimentatore e innovatore.
Era un fanatico delle televendite, in particolare quelle notturne. Comprava un sacco di attrezzi strani che poi spesso regalava perchè non li usava. Esempi: massaggiatore di piedi, apparecchio per il sottovuoto, accendino a forma di pistola.
Smontava tutto e poi lo rimontava. Di fronte a qualcosa di cui non capiva il funzionamento o tentava di smontarlo o di romperlo.
Una volta ha messo il motore di una lavatrice in un aeromodello.
Negli anni ’90 usava delle cuffie senza fili per guardare la tv, così quando si alzava per andare in bagno o per cucinare continuava a seguire la trasmissione. Gli piacevano molto il Maurizio Costanzo Show e Forum.
E’ stato credo uno dei primi a mettere la bottarga sul pane guttiau. Aggiungeva anche l’olio. Per lui niente era mai abbastanza. Quando faceva le capesante gratinate metteva la bottarga al posto del pangrattato.
Metteva la bottarga quasi ovunque.
A fine pasto, cascasse il mondo, pucciava qualcosa nel vino. Un biscotto, un pezzo di pane, perfino un grissino. Il pasto si doveva concludere con un cibo solido inserito nel bicchiere di vino, senza eccezioni né limiti creativi.
E’ stato uno dei più grandi consumatori di Cynar del mondo. Inoltre era convinto che il whisky facesse bene al cuore, l’aveva letto da qualche parte e da lì in poi era diventato salutista.
Sua madre e suo padre lavoravano alla manifattura dei tabacchi. Suo padre però è morto quando mio zio era piccolo e non lo ricordava. Era stato cresciuto dalla madre ma soprattutto dalla zia.
Quando vedeva in cielo un aereo nei dintorni della città, diceva “vediamo chi fa prima” e faceva la gara per vedere chi arrivava prima all’aeroporto, se l’aereo o lui. Partiva all’impazzata. Naturalmente è sempre arrivato prima l’aereo.
In definitiva era un bambino, un discolo, un monello, dunque da adulto per molti semplicemente uno stronzo, un razzista, un violento, un testardo ubriacone e ignorante. Ma anche un generoso fino all’eccesso, uno spontaneo, un affamato, in tutti i sensi, un curioso. Una delle persone più buone che io abbia mai conosciuto, anche quando faceva il cattivo.