Oggi ero un po’ triste perché per l’ennesima volta si è verificata una di quelle coincidenze che io chiamo “mi hanno di nuovo inculato della roba” a cui ormai sono quasi abituato (quasi). Non insisto per non sembrare frustrato e paranoico (non lo sono; frustrato, intendo), e anche perché non vale la pena parlarne, però a un certo punto, durante questa fase di chiamiamola tristezza, ho visto qualcosa che ha cambiato completamente la giornata, ed è stato come Dorothy quando passa dal bianco e nero del Kansas ai colori del mondo di Oz.
Ovvero questo video https://youtu.be/HaDR6flcWBQ
Come ho già scritto altrove in questo blog (a proposito, se volete copiate anche questo) ormai da anni mi capita di trovare la vera arte, il vero cinema, fuori dall’arte, fuori dal cinema. Sono sincero, non sono pippe per intellettuali, parlo sinceramente. La cosa teatrale più bella che ho visto era uno spettacolo di bambini delle elementari, i film che più mi hanno colpito non erano film. E anche in questo caso ci troviamo di fronte a qualcosa che sta fuori. Fuori da cosa? Non saprei dirlo. E’ dentro la realtà, ma va oltre, trascende. E’ semplicemente perfetto. Anche nella sua insoddisfacente durata (9 minuti), più poesia che prosa, e in tutti i difetti che rendono bella una donna che altrimenti sarebbe qualunque. Ancora una volta, non pippe, non pornhub, ma verità.
Quando mi è capitato l’ultima volta di vedere un video tre volte di seguito? Boh, non me lo ricordo neanche, dato che di solito non riesco nemmeno a guardarne uno intero, qualunque sia la durata. Qua invece c’è la sublime perfezione, qualcuno nei giorni scorsi mi parlava via mail dell’inaudito. Ecco, qua c’è l’inaudito. E c’è la crisi, la vera crisi.
Il protagonista faceva documentari, ma poi per motivi di soldi è tornato a casa a lavorare nell’azienda dei genitori, solo che l’azienda rischiava di fallire (mi sono informato: non è fallita), la madre che lo porta da un esorcista, il momento sublime della cicciona infilmabile, autoritaria, aggressiva, e dunque filmata, il cimitero, e tutto il resto. Non dico altro. Ma c’è più cinema qua di 100 film di Venezia.
Per quanti calci al muro dovremo ancora dare, posso confermare che c’è salvezza.
AGGIORNAMENTO: coerentemente, il video è stato rimosso.
2 risposte su “Osei”
per una volta, il Lillo ha superato il maestro (herzog, col quale ha anche lavorato, ricordiamolo) e ha deciso di fare un documentario sulla sua vita 🙂
gesù glielo lascia fare