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Il paradosso della tasca di Vincé

Ore 19.15 – Passavo in piazza quando ho intercettato questa conversazione di due che bighellonano sempre in centro, di panchina in panchina.

  • Vincè me li presti 35 euro?
  • Per cosa ti servono?
  • Ma li hai sì o no?
  • No.
  • E allora che cazzo mi chiedi a cosa servono?
  • Così, a seconda di cosa ti servono magari li ho…
  • Ma tu mi prendi per il culo Vincè? Li hai o no?
  • No
  • Però a seconda di cosa mi servono li hai?
  • E’ un miracolo Vincè? Se mi servono per una cosa che a te va bene ti appaiono nella tasca? Se non va bene i soldi non ci sono, la tasca è vuota?
  • Ma a cosa ti servono?
  • Vabbè, ciao Vincè. I soldi li hai o no?
  • No.

Pausa, momento di riflessione.

Lo scambio tra Vincè e il suo amico anonimo è molto interessante. La prima domanda ovviamente è: ma Vincè questi 35 euro li ha sì o no?

E’ un po’ come il paradosso del gatto di Schrödinger, quella cosa che ogni volta vado a cercare e rileggere e poi regolarmente mi dimentico esattamente cosa significa. Insomma nella tasca di Vincè i soldi ci sono e non ci sono allo stesso tempo. Non possiamo saperlo con esattezza ma solo in modo probabilistico. Se infatti noi guardiamo nella tasca per controllare, Vincè fa sparire i soldi e quindi ne concludiamo che non li aveva. Ma se non andiamo a mettere le mani i soldi probabilmente ci sono, non sappiamo quanti ma qualche banconota Vincè ce l’ha.

Le altre domande sono queste:

  • Perché Vincè è così interessato agli affari del suo amico? Pura curiosità? O nasconde qualcosa?
  • Perché l’amico chiede esattamente 35 euro? Perché non vuole rivelare a cosa gli servono?
  • Perché li chiede proprio a Vincè?
  • Cos’altro ci sarà nella tasca di Vincè?

Tutti interrogativi che per oggi resteranno irrisolti.

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