in questi giorni sono in corso importanti esercitazioni militari in diverse zone del sud della Sardegna. un grande dispiego di forze per operazioni militari simulate che bloccano enormi aree dell’isola (in particolare davanti alle coste) e coinvolgono eserciti di diverse nazioni appartenenti alla Nato.
ora, inutile fare un riassunto della storia delle esercitazioni militari in Sardegna, è una storia troppo lunga e complessa, cercate altrove. mi limito a fare una specie di analisi del testo, come a scuola, di un articolo de ilpost.it, quelli che “spiegano bene” le cose.
l’articolo è questo
https://www.ilpost.it/2022/05/16/esercitazioni-militari-sardegna-nato/
ed è una confutazione/smentita/ve-lo-spieghiamo-meglio-noi, di due articoli di due altri giornali, uno dell’unione sarda e uno de il fatto quotidiano (che riprende quello dell’unione).
titolo dell’articolo de ilpost.it:
“L’allarmismo per le esercitazioni militari nelle spiagge della Sardegna”
molto accattivante. c’è stato dell’allarmismo, quindi forse non è proprio così come ci è stato detto! non c’è una mega operazione in atto di diversi eserciti appartenenti alla Nato? leggiamo.
sommario:
“Alcuni giornali hanno raccontato di una regione circondata da navi militari e spiagge chiuse, ma le cose non stanno esattamente così”
ok, sempre più accattivante. qualcuno ha detto qualcosa, ma forse non è la verità. il “ma le cose non stanno esattamente così” crea una certa suspense. siamo in zona “non vi hanno detto la verità!! ora ve la diciamo noi!!”.
ma, ancora prima di leggere, c’è già un messaggio subliminale nella scelta della foto di copertina. ovvero questa, “uno scorcio di villasimius”:

acqua calma e cristallina, nessuno in spiaggia, un vero scorcio di paradiso, totalmente in contrasto con quello che sta avvenendo in queste ore. ad esempio potevano scegliere una foto come questa, scattata oggi a capo teulada:
oppure una delle foto surreali delle navi da guerra ormeggiate nel porto di Cagliari:
ma perché agitare i lettori? meglio una tranquilla e rassicurante cartolina della sardegna. dopotutto è solo allarmismo, non c’è niente di strano, anzi, non c’è proprio niente: quindi mettiamo una foto di una spiaggia vuota.
ma ecco l’articolo, consigliato come materiale di studio per chiunque voglia fare il giornalista. leggete con attenzione (le sottolineature sono mie):
“Nel fine settimana c’è stato un po’ di allarmismo causato dalla pubblicazione di alcuni articoli di giornale su una serie di esercitazioni della Marina militare italiana nel sud della Sardegna, che dovrebbero andare avanti fino alla fine di maggio.”
il tono è meraviglioso, “c’è stato un po’ di allarmismo”, parlando di una situazione che va avanti da decenni: decenni di lotte, manifestazioni, commissioni parlamentari d’inchiesta, processi, reportage, documentari, ma dalla redazione milanese de ilpost.it in questi giorni c’è giusto “un po’ di allarmismo”. keep calm. tipico de ilpost.it anche il condizionale inutile, giusto per apparire giornalisti molto prudenti, quando dicono che le esercitazioni “dovrebbero andare avanti fino alla fine di maggio”. in realtà si sa con esattezza la fine, il 27 maggio. ma il condizionale è d’obbligo, si sa. anzi, a quanto pare è obbligatorio.
“[…] Nel suo articolo, l’Unione Sarda parlava di una Sardegna «circondata» dalle navi militari, «oggi più che mai colonia e baricentro militare dell’Italia e della NATO». Quello del Fatto rincarava la dose citando nel proprio titolo la NATO – che in realtà è coinvolta solo marginalmente – e riportando la notizia di un presunto «stop alle spiagge»; lasciando intendere, ed è falso, che le esercitazioni in corso avrebbero impedito l’accesso alle spiagge e la balneazione sulla costa.”
attenzione alle parti sottolineate: la nato è coinvolta “solo marginalmente” (vedremo dopo, come spiegato dallo stesso ilpost.it, che non è così) e poi che “è falso” che le esercitazioni avrebbero impedito l’accesso alle spiagge. oltretutto se scrivono che i due giornali hanno “lasciato intendere” è perché nei due articoli citati sopra – dai toni abbastanza forti – non viene mai detto che viene impedito l’accesso alle spiagge. ma, colpo di scena, grazie al ilpost.it tra poco scopriremo che in realtà sì, viene impedito. ma non voglio spoilerare. l’articolo continua così:
“[…] La notizia, però, è stata ingigantita e va molto ridimensionata. Un portavoce della Marina militare di Cagliari ha chiarito che esercitazioni del genere vengono organizzate «da decenni» due volte all’anno e che ormai sono diventate «consuetudinarie».”
cioè la notizia va “molto ridimensionata” perché sì, è vero che queste grosse esercitazioni ci sono, ma vanno avanti da decenni, due volte all’anno, e sono diventate “consuetudinarie”, un po’ come pasqua e natale.
questo in teoria dovrebbe essere motivo in più di preoccupazione, di allarmismo, perfino. ma non per ilpost.it: sì ok, lo fanno, ma lo fanno sempre, quindi che volete che sia. è un po’ una tradizione sarda. lo facciamo da decenni, non c’è da preoccuparsi, ci siamo abituati. questa è la norma, quindi non fate suonare l’allarme.
“La NATO non è direttamente coinvolta nella sua organizzazione e gestione: il suo coinvolgimento è dato dal fatto che alle esercitazioni partecipano anche alcuni mezzi e navi di paesi che fanno parte della NATO e che la Marina «invita» a partecipare. […]”
attenzione, notare la frase sottolineata: prima dei due punti viene detto che la Nato non è “direttamente coinvolta”, ma dopo i due punti ilpost.it scrive che “alle esercitazioni partecipano anche alcuni mezzi e navi di paesi che fanno parte della Nato”. tradotto: partecipano – come sempre, da anni – paesi della Nato (in realtà, in altre occasioni, anche non della Nato). quindi bisognerebbe capire in che senso a ilpost.it intendono il verbo coinvolgere. cioè in una sola frase i paesi Nato non sono coinvolti e sono coinvolti.
la differenza fondamentale per loro credo sia nell’avverbio “direttamente” che non si capisce bene cosa voglia dire. cioè che la Nato non ha organizzato l’operazione? ok, è organizzata dalla Marina italiana, ma ci sono ben 7 nazioni Nato coinvolte… in pratica, nel tentativo di essere il più possibile precisi vengono fuori frasi che sembrano scritte da lewis carrol. ma continuiamo:
“Sono state organizzate dalla Marina nell’ambito di Mare Aperto, che la Marina stessa definisce «il maggior evento addestrativo della Marina Militare».”
a parte l’amara ironia del nome – “mare aperto” – scelto per un evento che il mare invece lo chiude, il punto interessante è un altro: questa cosa che per ilpost.it va “molto ridimensionata” è definita dalla stessa marina militare italiana “il maggior evento addestrativo della Marina Militare”. cioè non una cosuccia, ma “il maggior evento”.
infatti esercitazioni in Sardegna ce ne sono sempre, tutto l’anno, ma due volte all’anno ci sono queste mega-esercitazioni dal forte impatto ambientale e sociale. aver scelto come fonte proprio la Marina ha reso l’articolo de ilpost.it surreale, perché è la Marina stessa a contraddire il tono minimizzante de ilpost.it. cioè viene fuori che non è niente di che, è solo IL MAGGIOR EVENTO ADDESTRATIVO DELLA MARINA ITALIANA, LOL.
infatti, continuando la lettura:
“Alle esercitazioni stanno prendendo parte «5.000 tra donne e uomini appartenenti a 7 nazioni della NATO e oltre 65 tra navi, sommergibili, velivoli, elicotteri, reparti della componente anfibia con mezzi da sbarco e veicoli d’assalto». Alle esercitazioni partecipano anche decine di studenti e ricercatori universitari «in qualità di consulenti politici, consulenti legali e addetti alla pubblica informazione».”
viene da pensare che forse un po’ di allarmismo ci sta pure, dai. notare le finezze dei virgolettati riportati, “5.000 tra donne e uomini”, senza scrivere che lavoro fanno, cioè i soldati. scrivere 5mila soldati invece di 5mila “donne e uomini” è un po’ diverso. e poi, ehm, “7 nazioni della Nato” (quelle non coinvolte secondo ilpost.it, ma secondo la Marina sì) e 65 mezzi militari compresi sommergibili, mezzi anfibi, “velivoli” (cioè aerei da guerra) e il solito terribile carnevale che chi abita in certe zone dell’isola conosce bene.
“Le zone in cui si sta svolgendo l’esercitazione sono state rese pubbliche il 5 maggio con una ordinanza (PDF) emanata dalla capitaneria di porto di Cagliari. Nel documento si legge che l’esercitazione si sarebbe svolta in 16 zone di mare esplicitamente circoscritte, con tanto di coordinate geografiche: si trovano nei pressi di paesi nella provincia del Sud Sardegna, che copre l’area immediatamente a nord, est e ovest di Cagliari e in piccola parte in quella di Carbonia-Iglesias.
Alcune di queste si trovano effettivamente a poca distanza da famose spiagge sarde. La cosiddetta “area India” si trova in mare a circa un chilometro e mezzo dalle spiagge di Porto Corallo, una nota località turistica nel comune di Villaputzu, nella provincia del Sud Sardegna. La “area Hotel” è stata delimitata in un tratto di mare compreso fra altre due località piuttosto popolari nella zona, Capo Ferrato e Casa della Marina. Altre zone sono state individuate ad alcuni chilometri di distanza da località come Porto Pino, a sud di Carbonia, e Villasimius, nell’estremo sud della costa orientale sarda.”
quell'”effettivamente” è molto bello, ma soprattutto a colpirmi è l’espressione “famose spiagge sarde”. come se il fatto che le esercitazioni vengano fatte vicino alle spiagge da cartolina, quelle che tanto piacciono ai turisti, rendesse la cosa “effettivamente” un po’ grave, che forse giustificherebbe un po’ di allarmismo… e i posti intorno? e le spiagge meno famose? e i luoghi dove non ci sono esseri umani ma altre specie? quanto dev’essere famosa una spiaggia per non essere invasa dai mezzi anfibi di 7 eserciti diversi?
l’articolo continua così:
“Nella sua ordinanza del 5 maggio la capitaneria di porto di Cagliari ha fatto sapere che in queste aree «sono vietati il transito, la sosta, la navigazione, l’ancoraggio di ogni tipologia di unità navale, comprese quelle da diporto, nonché le immersioni, la balneazione, la pesca ed i mestieri affini». Ma il divieto riguarda soltanto i tratti di mare molto circoscritti in cui sono in corso le esercitazioni, e non quelle circostanti.”
qua vengono elencati una serie di divieti che fanno venire voglia di agitare il pugno verso il cielo come abraham simpson o come nel famoso murales di pratobello con le donne anziane che inveiscono contro gli elicotteri militari, ma ilpost.it ancora una volta ci riporta alla calma: i divieti riguardano solo tratti di mare circoscritti e non le zone circostanti. ahhh ok, circoscritti, non circostanti. quindi va bene così.
qua ora arriva un altro grande classico di questo genere di articoli: i sindaci sardi terrorizzati da una cattiva informazione proprio all’inizio della stagione turistica, che ovviamente minimizzano la cosa in modo che nessun sardo si lamenti troppo e che nessun turista annulli le vacanze, anche solo per protesta:
“Non si hanno notizie, insomma, di spiagge chiuse per via delle esercitazioni. «Tutte le nostre spiagge sono regolarmente aperte e nel fine settimana erano anche molto affollate», spiega Sandro Porcu, sindaco di Villaputzu. Porcu racconta che nel territorio di Villaputzu c’è una spiaggia che si trova in una zona militare, quella di Murtas, accessibile al pubblico soltanto in estate: il tratto di mare antistante alla spiaggia sarà effettivamente coinvolto nelle esercitazioni militari, nella cosiddetta “area Pisq 1”, ma come ogni anno «aprirà regolarmente al pubblico il primo di giugno».”
notare “non si hanno notizie, insomma, di spiagge chiuse per via delle esercitazioni”. tutto è concentrato solo sulle spiagge. dopotutto la Sardegna cos’è se non un buco con delle spiagge intorno?
ma lo stesso sindaco di Villaputzu, due righe dopo, spiega che “effettivamente” (di nuovo questo avverbio) una spiaggia non è accessibile perché coinvolta nelle esercitazioni e che “aprirà regolarmente al pubblico il primo di giugno”. quindi anche qui siamo in zona gatto di schroedinger. le spiagge sono chiuse e non chiuse allo stesso tempo. non si hanno notizie di spiagge chiuse, ma qualche riga dopo ilpost.it dà notizia di una spiaggia chiusa. ok.
“«Le spiagge rimangono totalmente a disposizione dei cittadini», dice Salvatore Piu, sindaco di Muravera, in cui si trova la frazione di Capo Ferrato: «l’unico impedimento è alla pesca, ma i pescatori che in questo periodo devono rinunciarci percepiscono un risarcimento in denaro dalla Marina».”
sì, è vero, i pescatori non possono lavorare, ma li paghiamo, prendono dei risarcimenti dallo Stato. quindi dov’è il problema?
ma quanto? perché? per quanto tempo? come vengono calcolati i risarcimenti? è giusto? è sbagliato? tutte domande che semplicemente non esistono in questa narrazione. poi arriva una conclusione apparentemente neutra ma che dà la conferma della visione de ilpost.it sulla questione:
“La conclusione delle esercitazioni è prevista per il 27 maggio, in tempo per l’inizio della stagione estiva.”
apparentemente solo un dato, anzi una data, ma è la frase dopo la virgola ad essere molto interessante: “in tempo per l’inizio della stagione estiva”. perché è solo questo che conta. spiagge, turismo, stagione estiva, economia.
le esercitazioni ci sono sempre, tutto l’anno, e due volte all’anno vengono fatte queste grandi manovre, questo assurdo, costoso e impattante carnevale militare. ma l’importante è che l’economia vada avanti, che i turisti possano andare in spiaggia.
insomma, ilpost.it ha deciso di fare una specie di debunking degli articoli del fatto quotidiano e dell’unione sarda con un articolo che sorpassa a destra gli altri due con numerose contraddizioni, frasi surreali e una visione completamente di parte. l’unica fonte infatti sembra essere la Marina militare, e forse qualche collega milanese che fa le vacanze in Sardegna.
com’è possibile che un giornale, soprattutto nel momento in cui decide di fare chiarezza, di “spiegare bene”, usi come fonte proprio l’esercito? come unica fonte, per giunta. tanto che, credo per la prima volta, gli stessi commentatori del post – di solito fedelissimi che ringraziano al sito di esistere ogni giorno – nei commenti sotto all’articolo manifestano alcune perplessità.
nella descrizione del podcast quotidiano del vicedirettore del sito l’argomento viene presentato così: “le notizie false sulle esercitazioni militari in Sardegna”. a questo punto viene da chiedersi quali siano, queste notizie false: quelle dell’unione sarda, del fatto quotidiano o de ilpost.it?
la normalizzazione della sardegna come parco giochi degli eserciti viene portata avanti anche da articoli come questo. non bisogna allarmarsi, non bisogna preoccuparsi, non bisogna pensarci troppo, è tutto normale. i titoli del fatto quotidiano e dell’unione forse sono esagerati, ok, ma l’opposto è la suadente voce del megafono del potere, di chi con voce rilassata e pacata ti dice di stare calmo, perché non c’è niente di straordinario nella servitù militare.
in realtà il fatto che una situazione così venga fatta percepire come “ordinaria” è straordinario, e merita di far suonare gli allarmi. è proprio la normalità della situazione, di come l’esercito usi la Sardegna e di come ci si sia rassegnati a questo, ad essere grave e, come dire, allarmante.
articoli come quelli de ilpost.it sono perfettamente in linea con dichiarazioni deliranti come questa della sottosegretaria alla difesa Pucciarelli, di qualche giorno fa, stranamente non citata dal giornale di milano:
“per la Sardegna questi elementi d’organizzazione costituiscono anche un volano per lo sviluppo territoriale, contribuendo in diverso modo ad alimentare e sostenere il loro tessuto economico, occupazionale e sociale.”
un volano. vabbè. merita d’essere letta, se non la conoscete, la bio della sottosegretaria.
va detto che l’ignoranza, il menefreghismo e la deprimente rassegnazione di fronte alle attività militari in Sardegna non riguardano solo i giornali con redazione a milano, ahimè. purtroppo la stessa ignoranza e lo stesso disinteresse sono molto diffusi tra molti sardi, abituati a convivere con le esercitazioni militari fin da bambini.
quando se ne parla spesso si conclude con un “eehhh vabbè, è così, che ci vuoi fare?” e si ordina un’altra birra. questo per vari motivi (economici, depressione, essere nati immersi in una situazione che sembra inevitabile, del tipo “there is no alternative”), ma di base c’è una forte assenza di cultura antimilitarista che caratterizza non solo l’isola ma l’italia intera, di cui la narrazione normalizzante de ilpost.it è solo un esempio.
alla fine, c’è poco da fare, non la pizza, non gli spaghetti, non la focaccia, ma lo stivale del soldato è il piatto tipico preferito da sardi, milanesi e italiani, da gustare e assaporare come antipasto, primo, secondo e dessert, spiegato bene.
p.s.
imperdibile anche la gallery con la sottosegretaria Pucciarelli che ammira le operazioni: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2022/05/17/esercitazione-nato-in-sardegna-4mila-unita-per-mare-aperto-foto-video_1f30a8e1-4d5c-46a7-b7a3-93604f4915e7.html

6 risposte su “Come ilpost.it ridimensiona le notizie sulle esercitazioni militari in Sardegna, spiegato bene”
È la stessa manovra giornalistica che viene fatta in ucraina per normalizzare il fenomeno nazismo/estrema destra. In quel caso peró fanno anche di peggio, perchè per coprire il buco informativo e le omissioni e giustificare la difesa a spada tratta degli ucraini si offrono notizie mitizzanti, tipo i ” combattenti” che leggono kant, o gli “arruolati” che mentre stanno in trincea insegnano la matematica ai loro studenti. Le interviste alle mogli dei soldati (parola usata raramente per definire l’esercito ucraino). Per non parlare dell’utilizzo spregiudicato del termine “resistenza”, utilizzato fin dai primi giorni dell’invasione russa.
con “in ucraina” intendi i giornali ucraini? perché quelli non li conosco proprio. in realtà non leggo molto nemmeno la stampa italiana sull’ucraina, ma posso immaginare cosa e come scrivano, conoscendo la stampa italiana. in generale questo atteggiamento subdolo di normalizzare certe cose in nome di una pacatezza di tono e di una presunta precisione giornalistica è abbastanza diffuso, e finisce al contrario per omettere verità, dire e non dire, generare – come mi pare di aver dimostrato – frasi perfino surreali, quasi divertenti, se non fosse che c’è poco da ridere. è irritante. soprattutto quando poi questo genere di articoli vengono da chi si vanta di “spiegare bene” le cose. come no.
Credo che il problema grosso, assieme all’assenza di cultura antimilitarista, sia che la Sardegna viene vista davvero come un posto dove fare le ferie e basta, non solo dai continentali ma anche dai sardi! Un posto da sfruttare per il turismo e basta. Quindi vanno bene anche le costose e impattanti esercitazioni (a proposito, di questo non se ne parla: quanto costano allo Stato queste operazioni?) purché sia salvo il Dio Turismo. Sul Post, praticamente fa lo stesso gioco del Fatto, cioè accontenta il proprio target di lettori/lettrici. Se quelli del Fatto vogliono articoli dai toni forti e un po’ scandalistici, quelli del Post vogliono articoli appunto “normalizzanti”, stile debunking razionale, confortanti, dove alla fine la conclusione dev’essere “è tutto ok, nessun problema, state calmi, guardiamo il super bowl”. Due facce della stessa medaglia.
se i titoli del Fatto e dell’Unione Sarda potevano essere fuorvianti questo del Post lo è ancora di più. infatti l’ho visto in giro condiviso con l’intro “ahh ecco, allora non era così, per fortuna il post ci spiega la verità”. la scelta della foto di copertina la dice lunga.
alla fine riportano semplicemente il comunicato della Marina, “effettivamente” unica fonte. hanno aggiunto solo le dichiarazioni dei sindaci, che cosa vuoi che dicano… a parte ripetere tipo disco rotto “TUTTO OK LE SPIAGGE SONO BALNEABILI”? 😀
segnalo però che su altri siti si è fatto altro, ad esempio su fanpage vengono interpellate varie associazioni, il manifesto ha scritto tutt’altro, ecc. però sì, l’articolo è surreale.
non credo siano in malafede, credo più che altro che ogni tanto gli sfugga di mano il loro motto “spiegare bene” e finiscono per generare passaggi surreali come quelli segnalate da te nel post. poi che l’esercito sia “indiscusso” in italia è vero, ed è un argomento che ogni tanto magari sarebbe bello affrontare.
ma infatti nemmeno io credo siano in malafede. forse semplicemente non sono bravi giornalisti quanto pensano di essere.
Sull’argomento (presenza militare nell’isola) mi limito a segnalare il documentario Balentes di Lisa Camillo. Forse troppo concentrato sulla stessa autrice, però almeno ne parla. Ce ne sono anche altri, ma questo – pur con alcuni limiti – forse è quello più efficace e documentato tra i più recenti, almeno fra quelli che io conosco.