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Il vaso infinito

Il mio paesaggio da colazione

Lo scorso inverno abbiamo messo fuori dalla finestra della stanza dove facciamo colazione questo vaso con dei ciclamini rosa. Al momento i ciclamini non hanno più i fiori, ma torneranno. Nei mesi successivi si è creato un ecosistema magico, con apparizioni imprevedibili, frequentazioni sorprendenti, continue trasformazioni. Questa è una fotografia dello stato attuale.

Il cosmo.

Al centro vediamo il ciclamino, al momento senza fiori, mentre in basso a destra c’è una violetta, cresciuta totalmente a caso. A destra della violetta spiccano altissime quelle che chiamiamo “Torri gemelle” (ehm) – perché inizialmente erano solo due, molto alte –  ovvero piante di lino, che si trovano anche sul lato opposto, a sinistra. Là vicino, più piccole, crescono anche piantine di girasole. Sotto le foglie del ciclamino è apparso un fungo per ora non identificato.

E una mattina ovviamente è apparso anche un fungo.

Questo vaso è quotidianamente frequentato da cinciallegre (circa una dozzina ogni giorno; ora, nel periodo primaverile, meno), da un pettirosso e perfino da una gazza.

Ma vediamo nel dettaglio questo microcosmo imprevedibile che non abbiamo generato volontariamente, ma che si è generato per caso in questo comunissimo vaso di plastica lungo 35 cm e largo 15.

Tutto è iniziato con la pianta di ciclamino. Un banalissimo vaso da balcone con un banalissima pianta di ciclamino, che a un certo punto è diventato un ristorante per uccelli.

Una stronzetta alla ricerca di cibo, a fianco si possono vedere i ciclamini rosa

Nel periodo autunnale e invernale infatti, quando gli alberi erano spogli e nevicava spesso, abbiamo pensato di aiutare gli amici uccelli mettendo vari semi sul vaso, principalmente di girasole, ma a volte anche dei mix di semi diversi. Ha funzionato. Il vaso è stato da subito frequentato principalmente dalle cinciallegre, velocissime, voracissime e anche un po’ aggressive nei confronti degli altri volatili, tanto che il vaso è diventato praticamente loro, visto che sono abbastanza territoriali.

Questo è la prima cosa che vedranno gli alieni.

Ogni tanto arrivava un pettirosso, che saltuariamente mi capita ancora di vedere, ma per mesi le cinciallegre hanno dominato: a volte sul vaso ce n’erano anche quattro in contemporanea. E’ bellissimo fare colazione con la finestra aperta, in silenzio, e sentire il fortissimo frullo delle ali di questi minuscoli volatili. In un paio di occasioni mi hanno fissato in faccia mentre entrambi mangiavamo all’alba. Col tempo ho iniziato a osservare sempre meglio la strategia usata.

Apparentemente si mettono in fila sull’albero di fronte, in attesa. Prima parte una, subito dopo un’altra, prendono i semi, uno alla volta, e volano via, il tutto in due o tre secondi circa. Nel frattempo altre due si sono spostate più avanti sul ramo dell’albero e sono pronte a volare verso il vaso, mentre le prime sono andate sui rami più in fondo. Così, a turno, tutte vanno nel vaso a mangiare, una dopo l’altra, senza sosta e senza ingorghi, anche se a volte è capitato che si sia creato affollamento: tre, quattro, una volta mi pare perfino cinque cinciallegre tutte insieme. Evidentemente qualcuna non aveva rispettato il turno.

Ogni tanto, approfittando dei momenti in cui le cinciallegre erano un po’ lontane, è arrivato un pettirosso, ma ho visto le cinciallegre mandarlo via. Il pettirosso ha continuato a tornare, ma il vaso è rimasto ufficialmente territorio occupato dalle cinciallegre. Dopo un po’ di mesi mi ero talmente abituato che, ancora prima di preparare la colazione per me, come prima cosa mettevo i semi nel vaso per loro. Solo dopo mi sedevo a mangiare per vederle immediatamente volare avanti e indietro per decine di volte. Perché, come già detto, sebbene piccole sono molto voraci.

A un certo punto, può sembrare assurdo ma è quello che abbiamo osservato, hanno iniziato a dare dei colpetti al vetro della finestra quando non c’erano i semi. Quando succedeva correvamo a mettere i semi di lino e di girasole nel vaso. Ultimamente sono arrivate addirittura a strillare perché nel vaso non c’erano semi da diverse ore. Mai fare incazzare una cinciallegra. MAI.

Passano le stagioni, il paesaggio del vaso inizia a cambiare. Spuntano piccole piantine verdi impossibili da identificare. Col tempo scopriamo che sono di lino e girasole, cresciute dai semi decorticati finiti sotto il terreno e sfuggiti alla grande fame delle cinciallegre. Le piantine iniziano a crescere, quelle di lino diventano molto alte, con un fusto che nelle guide definiscono “fragile” ma che a me sembra molto flessibile. Si piega al vento e ha dei bei fiori azzurri.

I fiori di lino. Sì le foto sono tutte fatte male e sfocate.

Nel frattempo a fianco alla pianta di ciclamino appaiono delle viole con i petali di colore giallo-viola. Infatti, in precedenza, in questo vaso c’erano delle viole. Sembravano sparite del tutto e invece no, eccole riapparire dopo mesi e unirsi a questo delirante paesaggio: dopotutto, perché no?

C’è spazio per tutt*

L’altra novità è che le cinciallegre iniziano a frequentare meno il vaso, perché adesso, con la primavera, di cibo se ne trova in abbondanza in tutto il bosco intorno. Frequentano meno il ristorante, ma lo frequentano ancora ogni giorno: mi capita di vederle o magari solo di sentire il potentissimo frullo. A volte, in assenza di semi, le ho trovate a beccare il terreno o direttamente il vaso in cerca di cibo. E un giorno, proprio mentre casualmente guardavo il vaso durante la colazione, ho visto apparire qualcosa di molto più grosso: una gazza. Per capirci, una gazza, con la coda compresa, arriva a più di 40 cm. E’ decisamente grande, oltre che bellissima.

Dunque il vaso è frequentato da cinciallegre, almeno un pettirosso, una gazza, e poi formiche, farfalle, ragni, api, calabroni e altri insetti, impollinatori e non. Difficile fare un elenco completo. In tutto questo una mattina scopriamo che, non solo stanno crescendo piante di lino e di girasole – che possono essere alte 30 cm o diversi metri, sarebbe divertente… – ma nascosto sotto la pianta di ciclamino è apparso anche un fungo.

A questo punto le potenzialità di questo vaso sono infinite. Il paesaggio cambia in continuazione e in pochi centimetri si può osservare il continuo trasformarsi della natura. Questo, come detto all’inizio, è lo stato attuale. Ma come sarà in futuro questo vaso? Quali nuovi imprevedibili paesaggi e quali nuove imprevedibili apparizioni vedrò mentre bevo il tè?

E questo è solo quello che vediamo sopra, non vediamo cosa succede sotto. E, come sappiamo, è sempre sotto che accadono le cose più interessanti. Non mi sorprenderebbe scoprire un covo segreto di gnomi anarchici, o un laboratorio clandestino di metanfetamine. Probabilmente c’è già e semplicemente non lo sappiamo perché non lo vediamo. Ma sopra? Cosa succederà sopra nel prossimo futuro?

Crescerà una palma, un cactus, una quercia? Arriveranno lemuri, fenicotteri, zebre? Tutto è possibile, in questi 35 centimetri di biodiversità e delirio. Il post verrà aggiornato con i nuovi paesaggi, stagione per stagione.

2 risposte su “Il vaso infinito”

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