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random situations

accompagno un’amica alla stazione, la saluto, è l’una circa, molto caldo, molto sudore. all’uscita della città vedo due autostoppisti che – penso – non prenderà mai nessuno: ho caldo, ho un dito del piede rotto e non dovrei guidare, sono stanco, ho sonno, ho fame, sono in macchina da ore, sono in riserva e non so nemmeno se i soldi che ho sulla carta bastano a mettere benzina – dunque accosto e gli dico di salire. sono due 20enni francesi, una coppia. lui sta dietro, non parla. lei sta davanti, molto sveglia e simpatica, parliamo in un mix di inglese brutto, italiano inventato da lei, francese inventato da me, qualche parola in spagnolo a caso. mi chiedono di portarli in un punto qualunque vicino ad A., che dista da lì un’ora circa e dove io non devo andare, è nella direzione opposta. dunque decido di portarli esattamente alla stazione dei treni di A. lei mi chiede se io abiti lì vicino, le dico “mmm not esactli”. mi chiede allora come mai li voglio portare fino a là e le dico “parschè… because i love random situations”. lei ride, un po’ divertita e un po’ oddio qua finisce male, mi pare che perfino lui dietro dia qualche segno di vita. poi le dico le frasi che mi ricordo in francese e chiacchieriamo, cosa fa lei, cosa faccio io, l’italia, la francia, la sardegna, il piemonte, queste cose da passaggio in autostop. davanti alla stazione dei treni di A. mi salutano e ringraziano. io riparto: mi ci vuole un’ora per tornare a casa, ho tipo attraversato la regione. potrei strizzare la maglietta e usare il sudore come benzina. questo post non ha una fine.

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