nell’agosto del 2019 Arthur Vismion è andato a vivere in una capanna in una foresta della Yakutia, Siberia. oltre a una stufa, ovviamente fondamentale per le temperatura della zona che arrivano anche ai -70 gradi sotto zero, arthur ha installato internet satellitare e un generatore.
chiuso dentro la capanna, con solo freddo, neve e ghiaccio intorno a sè, ha passato un anno intero a giocare circa 12 ore al giorno su chess.com. a quanto si è scoperto da alcuni appunti, la sua routine quotidiana consisteva in 4 ore di partite la mattina, studio teorico di partite storiche, che memorizzava, durante il pranzo, e poi 8 o anche 10 ore di seguito fino alla notte. non giocava tutti i giorni, tendenzialmente 6 o 5 giorni su sette. sempre dagli appunti si è appreso che se non giocava per 2 giorni, il giorno dopo arrivava a giocare anche 14 ore al giorno. nei momenti in cui non giocava, oltre a prendersi cura della casa e garantirsi il caldo, ascoltava con un mangianastri la cassetta “All of Me” dell’artista Masayoshi Takanaka. in 6 mesi ha raggiunto il punteggio di 2900 su chess.com.
si sa, sempre da alcuni appunti e dalla cronologia del sito, che giocava spesso contro AI, che riteneva avversari più interessanti degli umani. su questo ci sono pareri discordanti: se è vero che preferiva giocare con le AI, è anche vero che memorizzava migliaia di partite di umani contro umani, quelle dei grandi campioni ma non solo. dopo il sesto mese c’è stato un incremento esponenziale: da 2800, è arrivato in meno di 30 giorni al punteggio di 3300. cinquecento punti in meno di un mese, a quei livelli, erano considerati fino a quel punto impensabili. poi è successo qualcosa di ancora più impensabile.
in una giornata in cui c’erano -70 gradi, Arthur ha giocato per 16 ore di seguito portando il suo rank a 4000. lo stesso Magnus Carlsen in un’intervista dichiarò che non si poteva trattare di un essere umano ma di una AI. Carlsen era andato molto vicino alla verità. Arthur era un essere umano, ma per metà. il suo cervello era
ecc. ecc.