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La tecnica della respirazione della concentrazione assoluta

  • quando sei in difficoltà, torna alle basi
  • le basi: la respirazione.
  • “il respiro è nei polmoni. se non riesco a farlo bene significa che non sono all’altezza (demon slayer, ep. 24)
  • “gli sforzi si accumulano di giorno dopo giorno, basta andare avanti anche di poco” (demon slayer, ep. 24)

la respirazione del fuoco non è la respirazione della fiamma

Tanjiro di giorno esplora vari tipi di respirazione, corre tantissimo, insomma fa principalmente cardio, parkour, e soprattutto allena la tecnica della respirazione della concentrazione assoluta, ovvero “una tecnica che accelera la circolazione del sangue e velocizza il battito cardiaco, consentendo a chi la utilizza di diventare forte come un demone mantenendo la forma umana”

per certi versi può ricordare quella di wim hof o altre tecniche di respirazione di origini induiste, principalmente la respirazione Tummo, se non erro chiamata anche fuoco interiore (in questo articolo vengono analizzate alcune respirazioni di demon slayer)

dopo tutto questo sudare, a parte una breve pausa per un onigiri, Tanjiro la notte si mette sul tetto a meditare, con una respirazione calma, lenta, profonda, ed proprio qua che sembra ricaricarsi. è qua che avviene qualcosa. non ci sarebbe crescita senza il riposo.

in demon slayer le fasi di riposo, cura e guarigione sono fondamentali. l’intero manga/anime è una specie di manuale di respirazione. in tutti i seinen c’è sempre almeno una scena in cui il protagonista, dopo aver lottato, è fasciato di solito all’altezza del petto, e cammina con una stampella di legno. fratture e lesioni gravi sembrano passare in due o tre notti e mangiando molto. ricordo in berserk, per dirne una, che anche dopo ossa frantumate, si andava avanti a combattere dopo una bella dormita.

in demon slayer non è proprio così, le parti dedicate alla cura e alla guarigione sono lunghe quanto gli scontri, se non di più. notti di riposi, di medicine, di attenzione al respiro. di recupero e di ascolto, per capire dove si sbaglia, soprattutto nel respiro.

“Imparerai a fare lunghi respiri capaci di inviare ossigeno negli angoli più remoti del tuo corpo. Aumenterà la capacità di recupero naturale del tuo corpo, darà stabilità e reattività al tuo spirito. la parte superiore del corpo sarà leggera e quella inferiore sarà inamovibile. Bene, inspira ed espira”

Sakonji Urokodaki – Demon Slayer, non ricordo quale episodio, comunque quando lo allena in montagna.

quel “quando sei in difficoltà, torna alle basi” unito al “le basi sono il respiro” mi è stato molto utile in certi momenti, anche ora.

perché principalmente quello che a volte faccio è:

  • smettere di respirare
  • dimenticarmi che sto respirando
  • non prestare attenzione al respiro
  • non prestare attenzione alla qualità del respiro

invece, come Tanjiro, vorrei puntare alla la tecnica della respirazione della concentrazione assoluta, e lui per raggiungerla si allena letteralmente anche mentre dorme (lo svegliano a bastonate se vedono che sta respirando male o sta russando). non posso arrivare al livello di abnegazione di Tanjiro, ma posso vederla come una stella polare, una direzione.

intanto, dunque, tornare alle basi. ricordarmi che respiro.

Infine:

Nel trasportare il respiro, l’inalazione deve essere completa. Quando è completa, ha una grande capienza. Quando ha una grande capienza, può espandersi. Quando si espande, può penetrare verso il basso. Quando penetra verso il basso, diventa calma e stabile. Quando è calma e stabile, sarà forte e regolare. Quando è forte e regolare, germoglierà. Quando germoglia, crescerà. Quando cresce, si ritirerà verso l’alto. Quando si ritira verso l’alto, raggiungerà la sommità del capo. Il potere segreto della Provvidenza si muove sopra. Il potere segreto della Terra si muove sotto. Colui che segue questi precetti vivrà. Colui che li avversa perirà.

Iscrizione su pietra della dinastia Zhou, 500 a.C.

 

 

2 risposte su “La tecnica della respirazione della concentrazione assoluta”

molto bello 🙂 … a parte la yella finale, che vabbè per l’epoca ci stava. Sai che anche con la parola scritta il ruolo della respirazione è totalizzante? Leggere a voce alta impone un controllo del respiro “attoriale”, leggere a mente però ci consente di vedere un doppio respiro. Il nostro e quello dell’autore (che spesso si mimetizza).
Credo che scrivere lasciando libera la propria respirazione (non necessariamente allenandola) sia proprio figo.

ma infatti paradossalmente lasciare libero il respiro è molto difficile. un esercizio molto bello è osservare il proprio respiro. di solito appena si inizia a farlo cambiamo modo di respirare, proprio come se qualcuno ci stesse guardando e si aspettasse qualcosa da noi. fa ridere. viene da dire “respiro vai tranquillo, non mi aspetto niente, fai quello che devi fare” (tenermi in vita). poi dopo un po’ si entra in una magica fase dove si reiesce a lasciare libera la respirazione e allo stesso tempo osservarla. io quando scrivo e mi concentro molto su ciò che scrivo spesso mi accorgo di non respirare, di finire quasi in apnea. che storia.

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