ovvero i piatti proposti nella mensa del collettivo. veri esempi di CCPP (Cibi Calorici Per Proletari), pietanze economiche e sostanziose per sopravvivere e non morire. gli ingredienti sono esclusivamente o autoprodotti o comprati in supermercati popolari come eurospin, in’s, penny, quasi sempre in confezioni maxi e in offerta. sono ammessi anche i pacchi caritas. non c’è una suddivisione in antipasti, primi, secondi, spuntini, colazione, cena ecc. perché nel collettivo regna la totale anarchia alimentare. abbiamo preso molto seriamente il modo di dire “mangiare cavoli a merenda”. queste sono solo alcune delle ricette che si ripetono perché un’altra caratteristica della nostra mensa è che raramente viene replicato lo stesso piatto due volte, un po’ per noia, un po’ perché nessuno si ricorda le ricette. in molti dei piatti, praticamente in quasi tutti, è presente l’aglio.
Pasta con lenticchie, carote e cavolo nero
le lenticchie decorticate dell’eurospin costano 1,29 euro (500 gr) e cuociono in 10 minuti. vengono fuori 6 o 7 pasti, quindi un rapporto qualità prezzo eccellente. la ricetta consiste nel far cuocere il cavolo nero tagliato a pezzetti con MOLTO aglio, aggiungere poi le carote, infine per 10 minuti le lenticchie. si cuoce la pasta mentre si ascolta masayoshi takanaka, si unisce il tutto condendo con l’olio avanzato dai barattoli dei pomodori secchi sott’olio (alimento molto presente, come vedremo poi). porzioni abbondanti, almeno 200 grammi a testa. da abbinare: un rosso in offerta di quelli col tappo metallico, manco in sughero, di solito a 1 euro e 50, annacquato perché non è esattamente buonissimo (e poi è la vecchia tecnica dei nonni per berne di più). ricetta nutriente, normalona e gustosa, e un altro giorno siamo vivi porca mado
Tarassaco tarassaco tarassaco
qua intorno il tarassaco è infestante e, assieme alla piantaggine, all’achillea e ad altre piante, è diventato l’alimento base della dieta del collettivo. come di molte piante si possono mangiare anche le radici (lo facevano anche che guevara e i suoi compagni durante la guerriglia), i fiori in insalata, e le foglie in padella con MOLTO aglio. ovviamente si possono fare ricette più complesse, ma perché sbattersi? parte del collettivo lo mangia crudo a insalata. è buono anche mischiato ad altre erbe e poi infilato in un panino, magari con dei ceci frullati o dei pomodori secchi che stanno bene ovunque. adatto a spuntini da fame chimica, colazioni, pranzi per matrimoni.
Cous cous con tutto quello che si trova
il cous cous è buono, costa poco (1kg 1,79 euro) e cuoce in pochi secondi. poteva non essere uno degli alimenti base del collettivo? si possono velocemente preparare piatti anche per 10 persone. di solito dentro ci si mette semplicemente tutto quello che si trova in frigo, mettendo spezie a caso. ad esempio ceci, aglio, carote, verza (uno degli ortaggi più buoni e inspiegabilmente più economici – 1,29 al kg – e va benissimo nell’orto), rape (stessa cosa), cipolle, tofu (il più economico sul mercato, diffidare dal “vero tofu buono” consigliato nelle ricette sui social: costa quanto l’oro), insomma tutto quello che vi capita sotto mano, pure le crocchette del gatto. ci stanno benissimo anche i funghi, ma solo se li avete raccolti o coltivati voi, al supermercato costano troppo. è un piatto completo e bilanciato, carboidrati, verdure, proteine, idrocarburi, sentimenti rivoluzionari. a tutto il mappazzone si può aggiungere anche sua santità il concentrato di pomodoro, trick praticamente valido in ogni ricetta esistente. ottime feci il giorno dopo.
Spaghetti aglio e olio
LA ricetta del collettivo per eccellenza, assieme agli spaghetti al limone. gli spaghetti aglio e olio sono il piatto scelto per rappresentare l’umanità in caso di contatto alieno. come si fanno? nessuna regola. vietato vietare. di sicuro ci va molto aglio e molto olio, ma per il resto si può fare tutto. si può mettere il peperoncino, il prezzemolo, la scorza di limone, il pepe, la salsa di soia, le alghe nori, capperi, pan grattato (non comprato ma ottenuto collezionando avanzi di briciole per mesi) ovviamente pomodori secchi (un barattolo 1,49 euro), oppure versione classica aglio stracotto e frullato a formare una cremina. ma se volete fare gli spaghetti aglio e olio senza aglio e senza spaghetti siete liberi di farlo. volete metterci la schwa? nessun problema. oppure preferite stracuocere la pasta e non mangiarla al dente, stile ospizio? fatelo. ancora: vietato vietare. tutto è possibile.
Zuppa di roba
l’autunno e l’inverno, vissuti rigorosamente senza riscaldamento in casa, sono caratterizzati da zuppe totalmente random che di solito hanno come base cipolle, MOLTO aglio e patate. poi ci si può mettere qualsiasi cosa, come per il cous cous, basta che siano ingredienti o dell’orto o presi a 0,99 al kg al supermercato. quindi ovviamente rape, verza, carote, tarassaco, cavolo nero, erbe e spezie secondo schemi incomprensibili. per gli ortaggi non seguite per forza la stagionalità: se non ce l’avete nell’orto, basta che siano cose che costano poco. se fosse in offerta potreste metterci anche l’ananas, per capirci. siete di quelli ossessionati dalle proteine? aggiungeteci lenticchie, fagioli o semi di zucca, oppure smettete di essere ossessionati dalle proteine. volendo si può aggiungere anche un po’ di birra. una cosa importante è scegliere alimenti che non hanno bisogno di cotture troppo lunghe, perché comunque la bolletta del gas va pagata, nonostante il bonus energia. di solito vengono fuori vere bombe che potrebbero tranquillamente stare in the anarchist cookbook. si può aggiungere riso o cous cous. queste zuppe saziano talmente tanto che dopo si può digiunare per una settimana. il collettivo suggerisce di farne almeno un pentolone da 5 litri, così c’è da mangiare anche per il giorno dopo, ad esempio a colazione. inutile dire che si può aggiungere concentrato di pomodoro e condire con l’olio dei pomodori secchi. si dice, ma forse è solo una leggenda, che nella mensa del collettivo non sia mai stata fatta per due volte la stessa zuppa. alla proposta di un qualunque membro “ci mettiamo anche questo?” si risponde sì senza nemmeno pensare. da servire con pane raffermo ma senza muffa (sebbene…). ah, un’altra cosa: degli ortaggi non si butta via niente, si usa tutto, foglie, gambi, radici, è tutto commestibile. ora ce lo spiegano gli influencer milanesi su instagram e tiktok, ma noi poveri lo sapevamo già. e visto che ci siamo ricordiamo che la “fantasia in cucina”, prima che avanguardia e marketing, era mera necessità. i poveri hanno sempre inventato.
Spaghetti di mare
questa è una ricetta che potrebbe aver fatto sanji, ed è molto semplice: ancora una volta gli spaghetti (confezione da 2kg in offerta, però non totalmente scadenti), con MOLTO aglio tritato, alghe nori a pezzettini o frullate (cercatele economiche oppure rubatele direttamente se non potete permettervele), moltissimo prezzemolo, qualche cappero tritato per dare quel tocco che boh. da abbinare un vino bianco di quelli in cartone (da 1 euro e 20 per capirci) da bere ghiacciato o eventualmente con cubetti di ghiaccio. da mangiare mentre si guarda tutti insieme one piece, soprattutto la puntata dove rufy chiede a sogeking di bruciare la bandiera del governo mondiale. ubriacarsi non è obbligatorio ma consigliato. ci sarebbe anche la ricetta degli spaghetti al limone ma forse è sufficiente citarli ogni tanto in altre ricette.
Cous cous dolce con mele arachidi e miele
questo non ci ricordiamo se è un piatto tradizionale di qualche posto o ce lo siamo inventati in un momento di euforia creativa. ma alla fine tutte le ricette potrebbero essere piatti tradizionali di qualche popolo. non facciamoci fregare da concetti come “tradizione” e ricordiamoci che tradizione è invenzione. tutto a un certo punto è stato inventato. non è appropriazione culturale: non facciamo la triste fine degli italiani che vedono qualcuno in congo o in laos fare la pizza e gli dicono “non si fa così!”. quindi diciamo che anche questo, sebbene possa essere un plagio o quella che chiamano appropriazione culturale, è un piatto tradizionale del collettivo. sono tutti ingredienti economici. mentre la borghesia va avanti a pistacchi e anacardi, gli arachidi infatti sono la frutta secca dei poveri, sono quelli che costano meno (4,50 euro un pacco da un kg, ottimo rapporto euro/calorie). quando preparate questo piatto abbiate cura di avere nelle vicinanze un amico o amica che vi ricorderà più volte che gli arachidi non sono frutta ma legumi, e confondentevi varie volte tra il maschile e il femminile, volutamente (gli arachidi / le arachidi). annuite e continuate a preparare la ricetta ascoltando masayoshi takanaka. in pratica si fa il cous cous nei soliti 30 secondi, in padella si caramella una mela o due a dadini (che tipo? ma che domande, le più economiche o quelle rubate dall’albero del vicino che tanto non le raccoglie mai tutte e le fa cadere), se ce l’avete aggiungete un po’ di cannella, altrimenti pazienza, poi le arachidi tritate grossolanamente e il miele (oppure sciroppo d’acero, se avete un membro del collettivo vegano stretto che vi sta guardando male). amalgamate il tutto e boh, mangiate, che dovete fare? siccome tecnicamente è un dolce in questa ricetta non è presente l’aglio, ma volendo perché no? i confini non esistono e i primi da eliminare sono quelli dentro la nostra mente.
Cetriolini
come dite? non sono una ricetta? DIPENDE. i cetriolini sono tra gli alimenti base del collettivo assieme ad aglio, tarassaco e pomodori secchi. si possono aggiungere a tutte le ricette possibili e da soli sono perfetti a tutte le ore e soprattutto quando si beve. ottimi quelli aromatizzati: si può bere anche il liquido quando i cetriolini sono finiti. perfetti con la senape. non sono molto calorici ma hanno robe, tipo vitamine K, Y, R, potassio, quelli fermentati anche LSD. ovviamente si consiglia l’acquisto dei barattoli più grandi possibili (un barattolo medio-grande costa 1,79 euro), quelli che devi prendere un carrello apposta solo per i cetriolini e poi la macchina fatica a tornare a casa per il peso.
La pizza
consiste in un pezzo di pane qualunque (va bene anche quello a fette), sopra ci si mette concentrato di pomodoro, un filo d’olio e origano. qualcuno potrebbe obiettare: ma che schifo è, ma al massimo è una bruschetta, oddio la vera pizza non è così, dio patria e famiglia, la famiglia è solo un uomo e una donna, ecc. in realtà la pizza è stata fatta nei secoli in tanti modi diversi e anche ora, in tutto il mondo, ne esistono tante versioni. questa è la versione più tipica del collettivo. non avendo un forno (si è rotto anni fa e abbiamo deciso che non ne abbiamo bisogno) a volte capita di fare la pizza in padella, e viene benissimo. ma la vera pizza del collettivo è quella sopra descritta: semplice, veloce (si prepara letteralmente in 30 secondi), gustosa. non vigendo nessun divieto culinario ovviamente è possibile aggiungerci qualsiasi cosa sopra, pomodori secchi, capperi, olive, ananas, A G L I O, e così via.
Fagioli con pomodoro
sì, sono quelli che alcuni chiamano “alla bud spencer” e altri “alla terence hill” a seconda delle preferenze, perché si vedono nei film di trinità, oppure anche “alla messicana”. la ricetta è nota: fagioli, polpa di pomodoro, MOLTO aglio, se volete peperoncino, sempre se volete cipolla, far cuocere il tempo di ascoltare un po’ di masayoshi takanaka, poi servire con fette di pane della caritas. l’ideale è mangiarli direttamente dalla padella come nel film, anche tutti insieme, come in molti paesi non occidentali. ognuno può usare il suo cucchiaio, oppure il pane, l’importante è condividere. sui fagioli va detta però una cosa: non tutti riescono a mangiarli, è come per il peperoncino. c’è chi si sballa subito e chi ne mangia chili e non sente niente. i fagioli ad alcuni membri del collettivo gonfiano parecchio, mentre altri membri possono mangiare come lufy, goku, bud spencer e terence hill messi insieme e non ne risentono. quindi ottima ricetta adatta a tutte le stagioni ma delicata per alcuni. da mangiare per fame ma anche come tributo a trinità, idolo ozioso, anarcoide e antilavorista.
L’insalatona
la famigerata e odiata insalatona, presente nei menu di tutti i bar, derisa nei meme e da molti snob, in realtà è una delle ricette fondamentali del collettivo. è un piatto che si ribella all’ordine stabilito dei corsi del pasto: può essere un antipasto, un piatto unico o persino un contorno. mischia ingredienti che in altri contesti non starebbero mai insieme, sfidando le convenzioni normative. non ha regole fisse, non segue schemi rigidi e rifiuta le gerarchie imposte dalle ricette tradizionali. è pura autogestione e improvvisazione creativa. va bene lattuga di qualsiasi tipo come base, diciamo quella che abbiamo nell’orto, dal lattughino al radicchio al pan di zucchero, dalla valeriana all’iceberg, o comunque quello che si trova a basso costo al mercato o al supermercato. e poi? e poi vale tutto. è proprio nel suo essere una delirante accozzaglia che l’insalatona rappresenta un vero piatto anarchico e soprattutto, con qualche accorgimento, calorico. intanto basta condirla con molto olio e i grassi ci sono. poi olive, mix di semi, oppure, se proprio volete risparmiare, semi economici come quelli di girasole che di solito condividiamo con le cinciallegre. cetriolini. frutta. va bene la mela, il kiwi, l’arancia, il mandarino, il melograno, praticamente tutto. no all’avocado: costa troppo, a volte non è buono e spesso arriva da israele. ovviamente ci si può infilare il tofu. per chi non si fa problemi etici o ha le sue adorate galline anche le uova. poi spinaci o cavolo nero crudo. peperoni solo se li avete nell’orto (al supermercato sono sempre cari). naturalmente ceci, che stanno bene ovunque e quindi anche nell’insalatona. cipolle crude. erbe di campo varie, quelle che si trovano, compresi i fiori per renderla più colorata e psichedelica. crostini o pane raffermo. insomma le possibilità sono infinite e non ci sono regole. se sentite parlare qualcuno di regole in cucina, cambiate strada. purtroppo hanno tentato di rendere perfino l’insalatona un piatto chic e gourmet, con ingredienti strani e costosi, light, salutisti. e invece la sua caratteristica è proprio quella di essere economica, esagerata, caotica, popolare, sempre diversa, abbondante. come sempre l’unico limite è l’immaginazione (e il portafoglio). nel collettivo c’è anche chi ci mette la senape e ci sbriciola sopra patatine rustiche, per dire. ma anche anguria, fichi e sedano. l’insalatona è un po’ la versione estiva della zuppa di roba: è l’insalata di roba. se vedete in frigo qualcosa e pensate “mmm, perché no?” non fermatevi, aggiungetela all’insalatona. liberatevi delle catene, lasciatevi andare all’insalatona totale. dopotutto in italia ha avuto successo quell’altrettanto delirante piatto che è l’insalata poke, e allora perché non l’insalatona? anche qua: potrebbe essere un piatto tradizionale, e allora lo preparereste con gusto pensando di fare un gustoso piatto etnico. ecco, per il collettivo l’insalatona è un piatto tradizionale. mentre la preparate non indossate vestiti.
Spaghetti al limone
e va bene, sono stati citati in molte altre ricette, forse è arrivato il momento di parlarne. questa è la ricetta originale del collettivo che viene tramandata oralmente da molte generazioni. spaghetti buoni, non quelli proprio sottomarca e sottocosto, ma la caritas di solito passa spaghetti decenti. quantità molto abbondanti. A G L I O tritato, diciamo uno spicchio a testa. un limone grosso e soprattutto buono: i migliori sono quelli rubati dal giardino dei vicini perché sono gratis. grattuggiare tutta la scorza del limone e metterla in padella con olio, acqua e l’aglio, a bassissima temperatura, ma proprio quasi tiepida, per circa 15 minuti (se avete preso sostanze il tempo tende a dilatarsi, quindi magari mettete un timer che però non vi spaventi quando suona). far cuocere gli spaghetti e toglierli un paio di minuti prima che siano al dente, per finire di cuocerli in padella, dove avrete aggiunto un po’ di acqua di cottura e soprattutto, a un certo punto, il succo dell’intero limone. fate cuocere, girate, se necessario aggiungete olio, poi un po’ di pepe nero e alla fine buttate tutto dentro un piatto perché lo scopo finale è mangiare. questa è la ricetta che compete con gli spaghetti aglio e olio come piatto ufficiale del collettivo, lo ammettiamo. facile, economica, non stanca mai. online troverete persone che vi dicono di metterci la panna, il parmigiano, il burro, il gomasio, lo sburrosio, ma voi non vi fidate. un’aggiunta piacevole è il pan grattato, quello sì. per il resto, se giustamente volete innovare, si può provare a cambiare agrume, ad esempio fare gli spaghetti al mandarino, altrettanto buoni. o all’arancia. oppure aggiungere ingredienti a caso: zenzero, mandorle, erbe random tipo menta, timo, prezzemolo. quando arriveranno gli alieni probabilmente saremo indecisi se preparare gli spaghetti aglio e olio o quelli al limone (anche se in entrambi è presente l’aglio). abbiamo anche lo slogan: spaghetti al limone per un futuro migliore. oppure: spaghetti al limone, brucio caserma e prigione.
Polpette di avanzi
mangiare le polpette è divertente. mangiare le polpette di avanzi è divertentissimo. anche queste sono diventate un must di influencer della cucina che ci spiegano di non buttare gli avanzi – ma chi l’ha mai fatto, perdio. in pratica si fanno con tutte le ricette precedenti. e con tutte il collettivo intende tutte. incredibilmente è avanzato qualcosa, forse perché un membro del collettivo non si sentiva bene, vai a sapere? nessun problema. si amalgama tutto, si riduce l’ammasso a forma sferica e tendenzialmente si frigge o rosola (la differenza è nella quantità di olio che volete usare). le polpette vanno bene a colazione, per spuntini, cene con amici (anche immaginari), rivoluzioni, finger food da portarsi dietro durante un attentato alle infrastrutture, per pic nic sul fiume, insomma vanno sempre bene. come ogni buona pratica, le polpette di avanzi si diffondono orizzontalmente, senza padroni né dogmi, tramandate di generazione in generazione, reinterpretate in ogni casa secondo necessità e creatività. sono pura autogestione e riciclo. sono come i funghi. i funghi sono maestri del riciclo nella natura: decompongono la materia organica morta e la trasformano in nuova vita. allo stesso modo le polpette di avanzi prendono ingredienti avanzati o scartati e li rigenerano in qualcosa di buono, calorico e nutriente. le polpette di avanzi rappresentano un concetto di cucina comunitaria, di condivisione e di risorse interconnesse. basta, ci stiamo commovendo parlando di polpette di avanzi, ci siamo capiti.
5 risposte su “Il ricettario del collettivo”
Ho PIANTO dal ridere. Più volte. Grazie
bene!
eh niente state tirando su un’onda culturale alternativa che neanche Sparagna a Frigolandia aveva osato immaginare. RESPECT
ah volevo anche dire che un MP in stato di grazia come il qui presente era un po’ che non si vedeva, un saluto a tutto il collettivo!
ghrazye!