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Il menestrello come sistema di informazione diffuso

più che il menestrello sarebbe il cantastorie, ma menestrello fa più ridere come parola.

immaginiamo questa scena: esco di casa la mattina e per strada incontro vari menestrelli che negli angoli del paese/città cantano le notizie del giorno. un sistema di informazione orale e musicale che trasforma le notizie in storie collettive.

ce ne sono tanti, uno per ogni tema, quello che parla di geopolitica, quello specializzato in storie di sport, altri in gossip, scienza, e ognuno ha il suo stile, la sua voce. quelli più tradizionali stile medievale, quelli rap, chi si accompagna con il liuto, chi con la drum machine e l’autotune, e così via.

i giornali tradizionali sono morti, non ci si informa con quelli o con i social, ma con i singoli menestrelli per strada. alcuni diventano particolarmente autorevoli e le persone vanno a sentirli per informarsi. ma c’è una pluralità di voci e chiunque può diventare a sua volta un menestrello.

se per una settimana non esci di casa perché hai la febbre o perché sei preso male, semplicemente non ti informi. certo, si potrebbe pensare anche a un sistema di menestrelli che streammano online e quindi alla possibilità di seguire anche quelli lontani e lontanissimi, ma mi piace di più l’idea che per informarti devi uscire di casa.

le persone con disabilità gravi che non possono uscire saranno informate da amici o parenti, oppure potrebbero ricevere la visita in casa dal menestrello di quartiere. o ancora, per questi casi particolari si potrebbe usare semplicemente la radio o lo streaming.

il rischio di notizie false ovviamente ci sarebbe, come c’è anche adesso. ma si diffonderebbe una cultura dell’ascolto critico e si imparerebbe presto, fin da bambini, a decifrare i testi cantati dei menestrelli, distinguendo fatti da opinioni o esagerazioni.

si potrebbero fare anche dei duelli tra menestrelli, tipo quello filo putiniano che si scontra a suon di rime con quello filo occidentale, e magari poi interviene un terzo più equilibrato che non sta da nessuna delle due parti e alterna i versi con il beatboxing.

in generale sarebbe tutto molto più autentico e divertente del misero e triste panorama dell’attuale giornalismo contemporaneo.

aspetto economico: ci sono varie soluzioni, ad esempio un sistema di donazioni pubbliche, dove la gente paga i menestrelli migliori direttamente, incentivando la qualità. ti piace quel menestrello, lo paghi in qualche modo (beni, servizi, tempo) in modo da sostenere la sua attività.

aggiungo che alcuni menestrelli vedrebbero il loro ruolo non come un lavoro, ma come un dovere sociale, una missione per diffondere conoscenza e cultura. invece di un sistema basato solo sul denaro, la comunità potrebbe offrire ospitalità, cibo e supporto ai menestrelli, riconoscendone il valore sociale. questo creerebbe un legame più forte tra informatori e pubblico, basato sulla fiducia e sulla gratitudine e non su transazioni economiche.

Vedi anche: Quali saranno i lavori più richiesti in futuro

 

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