Due fratelli. Abitano in Italia, da qualche parte. Probabilmente al Centro o al Sud. E’ da preferire un luogo neutro: che si capisca che è Italia ma che non ci si chieda dove. Maurizio e Stefano sono gemelli. Sono quasi identici nell’aspetto, anche se chi li conosce bene dice che si notano molte differenze, mentre chi li conosce poco continua a confonderli. La verità sta nel mezzo: non ci sono grandi differenze, qualcuna c’è, ma è facile confonderli. Vivono entrambi con la madre. Il padre è morto qualche anno prima lasciando abbastanza denaro da far studiare uno dei due.
Maurizio studia fisica all’università. E’ molto bravo, lo è sempre stato, ha molti amici ed è amato da tutti. Stefano ha lasciato gli studi non riuscendo a diplomarsi. Ha fatto qualche lavoretto, ma negli ultimi anni è stato soprattutto un disoccupato in cerca di occupazione, senza però insistere troppo. Non ha una ragazza. Da anni è indeciso su cosa fare: il tempo è passato e nemmeno lui sa com’è successo. Cerca di non pensarci troppo. Quando gli fanno certe domande, si infastidisce.
Maurizio partecipa alle proteste dei precari della scienza. Sale sul tetto dell’università e viene intervistato durante una puntata di Anno Zero. All’inizio decide di assumere un tono pacato, ma la situazione degenera immediatamente e inizia a gridare. Parla della mancanza occupazionale, della scarsità dei fondi alla ricerca e dell’assenza di stima da parte della società nei confronti di chi si occupa di scienza. Il suo sguardo magnetico e la determinazione con la quale esprime la protesta colpiscono il cuore di molti italiani e soprattutto di molte italiane. Le mamme ci vedono un figlio, le figlie un possibile fidanzato o amante.
Stefano inizia un nuovo lavoro come ragazzo che consegna le pizze nella pizzeria dello zio Franco. Va avanti e indietro con il motorino e ogni sera spera di non dover consegnare le pizze a qualcuno che conosce. Ogni tanto però capita. Una sera consegna due margherite al suo ex professore di lettere. L’uomo, ormai in pensione, inizialmente non lo riconosce, poi però si ricorda di lui e gli chiede come va. Sono entrambi imbarazzati. Stefano risponde “tutto bene” e scappa via. A casa, dopo il lavoro, fuma hashish di pessima qualità e gioca fino all’alba a Splinter Cell Conviction per Xbox. Lo vota come miglior gioco dell’anno in un forum di appassionati, ma il gioco arriva solo terzo. Stefano non è d’accordo, ma non conosce abbastanza i giochi che occupano le prime due posizioni per manifestare pubblicamente il suo dissenso. Decide però di comprarli con i prossimi soldi guadagnati.
Maurizio partecipa a un blog collettivo di precari dove si lamenta delle difficoltà dei giovani di oggi. Scrive che i contratti precari annullano la dignità umana. Scrive che in Italia lo aspettano solo povertà e precariato e che l’unica soluzione è andare fuori. Un suo post, intitolato “Se questo è un lavoro: precariato e instabilità esistenziale”, viene ripreso da un quotidiano di tiratura nazionale. La madre lo incornicia e lo appende in salotto. Maurizio si fidanza con Valentina, una giovane ricercatrice precaria appassionata di fumetti giapponesi conosciuta attraverso il blog. La sera escono insieme con gli amici oppure stanno a casa e guardano serie tv. Valentina ama gli anime giapponesi, di cui apprezza i riferimenti culturali alla letteratura occidentale e alla filosofia orientale, mentre Maurizio preferisce le serie fantascientifiche. Spesso non sono d’accordo, ma evitano le discussioni. Entrambi guardano le serie più popolari, di cui poi parlano con gli amici al pub. Saltuariamente fumano, ma solo erba di prima qualità.
Stefano non vede più nessuno, vive solo la sera, quando consegna le pizze. Dopo il lavoro passa la notte in camera sua giocando a Halo Reach. Fuma hashish, si masturba e beve birre Peroni che ruba nella pizzeria dello zio. Il resto della giornata dorme o sta su internet, guarda video su Youtube e legge cose bizzarre, come documenti nazisti e manuali su come si fabbricano le bombe. Fuma molte sigarette. E’ passato dalle Diana blu a quelle rosse, un’evoluzione giudicata preoccupante dalla madre, con la quale i rapporti si fanno difficili. Con il fratello invece quasi non ci sono più rapporti. Parlano sempre meno, ogni tanto capita che Maurizio passi a Stefano qualche serie tv, ma lui spesso non le guarda nemmeno, preferendo Halo Reach.
Passa qualche mese. Maurizio conclude il dottorato in fisica a Helsinki. Subito dopo, grazie alla sua specializzazione in fisica delle particelle elementari, viene assunto in un Centro di ricerca internazionale a Berkeley. Lo stipendio iniziale è di 3400 dollari più appartamento. Decide di trasferirsi immediatamente assieme a Valentina. Prima della partenza organizza una festa con tutti gli amici. Alla festa partecipa anche Stefano, che però si ubriaca, fuma, mischia troppe cose e si sente male. La mattina dopo non riesce ad alzarsi per accompagnare il fratello all’aeroporto. La madre si dice molto dispiaciuta.
Una settimana dopo Maurizio si collega via Skype con sua madre e suo fratello. Appena il suo volto sorridente appare nello schermo la madre scoppia a piangere. Maurizio mostra l’appartamento di Berkeley. Sul tavolo della cucina c’è qualche bottiglia di birra e nella camera da letto Stefano nota un reggiseno di colore fuxia appeso allo schienale di una sedia. La videochiamata si conclude con l’ennesimo pianto della madre e il sorriso di Maurizio che scherzosamente saluta in inglese. La madre continua a piangere anche dopo. Poi si calma e approfittando dell’euforia successiva al pianto, prende il telefono e chiama la sorella. Da camera sua Stefano la sente raccontare di quanto sia bello l’appartamento americano di Maurizio e di quanto si vedesse bene l’immagine del figlio nello schermo del computer. Sembrava qua sotto, dice.
Dal suo appartamento di Berkeley Maurizio scrive un post nel blog dei precari dal titolo “Dalla valigia di cartone al trolley”, dove accusa la politica italiana di aver abbandonato i giovani, costretti a lasciare la propria casa e la propria famiglia per lavorare. Il post ottiene 1500 condivisioni su Facebook e 47 commenti, una media insolitamente alta per il blog. Maurizio durante il giorno lavora in laboratorio fino a tardi, mentre la notte va al pub con Valentina e i colleghi di lavoro. Spesso mettono in atto quella che definiscono una rivisitazione ironica e goliardica del karaoke. Maurizio fa ridere i suoi colleghi americani e indiani cantando canzoni popolari italiane come “Felicità” e “Sarà perchè ti amo”.
Lo zio Franco licenzia Stefano. Troppi ritardi, troppi errori, troppe volte perdonato. A Stefano non dispiace, anzi. Ci sperava. In quasi un anno ha messo da parte circa 800 euro, metà dei quali li nasconde come scorta per il fumo. Il fratello lo invita in America, “Ora che hai tempo, perché no?”. Stefano all’inizio dice che non ha voglia di andarci, ma la madre, la zia e diversi utenti del forum “Halo’s World Italia”, lo convincono ad approfittare dell’occasione. La madre, oltre a pagare parte del viaggio, gli dà un contenitore ermetico contenente del cibo da portare a Maurizio. Il volo dura 13 ore, durante le quali Stefano ascolta musica, guarda dei film e si addormenta più volte.
Maurizio va a prendere Stefano all’aeroporto. E’ da solo. Gli fa fare un giro, gli fa vedere il posto dove lavora, poi lo porta all’appartamento. Per festeggiare bevono qualche birra e ordinano una pizza. Maurizio gli mostra le foto dell’ultima festa. Gli dice che Valentina non c’è ma che tornerà durante la notte. E’ tardi, ma i due hanno ancora fame e quindi, un po’ ubriachi, a mezzanotte decidono di prepararsi degli spaghetti. Si divertono. Stefano mette l’acqua a bollire, mentre Maurizio prepara il condimento. Poi Stefano, non sappiamo se l’avesse previsto, aggredisce il fratello: gli taglia la gola con un coltello per il pane. Vedendolo agitarsi e schizzare sangue ovunque, lo accoltella più volte alle spalle e poi, una volta a terra, alla pancia, anche se ormai il corpo non si muoveva più. L’acqua inizia a bollire. Stefano spegne il fuoco. Poi trascina il corpo del fratello fino al bagno e lo mette nella vasca. Passa due ore a pulire la cucina e il corridoio.
Stefano è esausto. Si addormenta sul letto a due piazze nella camera del fratello. Durante la notte viene svegliato da un rumore. Sente la porta che si apre, capisce che è Valentina e non si muove. Valentina entra nella camera da letto. Stefano sente i vestiti cadere per terra, poi sente Valentina avvicinarsi. Stefano si gira e la guarda: la stanza è buia, entra solo un po’ di luce dalla finestra e lei non lo riconosce. Pensa sia Maurizio. I due, senza parlare, iniziano a fare sesso. Alla fine Valentina si alza dal letto e dice che va a fare una doccia. Stefano corre in cucina, prende il coltello per tagliare il pane e accoltella Valentina nel corridoio.
La mattina dopo Stefano va al Centro di ricerca internazionale. Entra con il badge del fratello. Con un po’ di fatica, trova il laboratorio di Maurizio e nasconde una bomba fabbricata durante la notte. Lascia il centro e si tiene a distanza, in modo da poter assistere all’esplosione. Il rumore è fortissimo. La deflagrazione distrugge due ali dell’edificio e fa 23 vittime e circa 100 feriti. A questo punto la gente penserà che è improbabile che Stefano sia riuscito a fabbricare una bomba così potente da solo, in America, in poche ore. E poi com’è possibile che nessuno se ne sia accorto? E’ vero, è poco credibile. Quindi Stefano si sveglia: è ancora sull’aereo. Si è addormentato di nuovo durante il film.
Maurizio va a prendere Stefano all’aeroporto. E’ da solo. Gli fa fare un giro, gli fa vedere il posto dove lavora, poi lo porta all’appartamento. Per festeggiare bevono qualche birra e ordinano una pizza. Maurizio gli mostra le foto dell’ultima festa. Gli dice che Valentina non c’è ma che tornerà durante la notte. Stefano dice che è stanco e che preferisce andare a dormire. Non è vero, perchè ha dormito in aereo, ma va comunque a letto. Quella notte però resta sveglio. Intorno alle tre e mezza del mattino sente Valentina aprire la porta di casa e andare nella camera da letto del fratello. Allora mette la testa sotto il cuscino e cerca di dormire.
Se il finale precedente era poco credibile, questo nuovo finale è credibile ma poco drammatico. Oltretutto sembra ridurre tutto a un banale problema di invidia sessuale, come se Valentina rappresentasse l’oggetto del desiderio di Stefano: niente di più lontano dalla verità. E’ vero che Stefano non ha una ragazza, ma è vero anche che al momento non la desidera. Inoltre Valentina non è assolutamente “il suo tipo”. Eppure ci si chiede: perché Maurizio ha lasciato il reggiseno fuxia di Valentina appeso allo schienale della sedia? Perché non ha pulito la casa prima della videochiamata?
Allo stesso tempo si potrebbe pensare che Stefano invidi al fratello l’amore della madre, il successo professionale, il denaro, la soddisfazione, la felicità. Oppure si potrebbe pensare che Stefano si sia sentito come “tradito” dal fratello – dopotutto sappiamo quanto possano essere complessi e indecifrabili i rapporti tra gemelli. Ed è per questo motivo che si suggerisce un finale ambiguo, così che non si capisca qual era il vero problema di Stefano e che il lettore/spettatore possa pensare all’intera storia come una critica alla società.
(non l’ho scritta perché violava la mia regola “niente storie di precari”, anche se il protagonista è l’altro)
2 risposte su “Appunti per storie mai scritte: Due fratelli”
bello. anche se non è il racconto completo, è bello così. secondo me non è per un cazzo una critica alla società né una banale storia di “gemello buono gemello cattivo”, o le gelosie varie. si capisce cosa dà fastidio a stefano: nessuno lo lascia in pace. tutti tendono a fare paragoni, a chiedersi ma com’è che un fratello t’è uscito genio (capirai) e uno t’è uscito scemo e svogliato. e stefano accetta la cosa senza problemi, perché a lui non importa, non è in competizione perché non ha niente da dimostrare. maurizio invece è il classico stronzo precario vanitoso che ama lamentarsi delle sue dure condizioni di vita, dell’immoralità e della mancanza di futuri dell’italia, per poi trovarsi dopo un dottorato in USA con 3400 dollari + appartamento, e “mamma io ce l’ho fatta”, ma poi può sempre fare la figura del povero emigrante, del giovane che l’Italia ha soppresso mentre fuori sì che mostra quanto può valere. insomma maurizio, come moltissimi precari, vive pensando che il mondo gli debba tutto perché lui s’è impegnato. quando, nella realtà, che uno si impegni o no, il mondo non gli deve nulla. stefano invece ha fatto un salto molto più avanti: ha capito fin da subito che la vita non è un corso di università dove dai tanti esami ma poi ti danno la laurea, non è un gioco a premi, non è giusta né ingiusta ma è soltanto un gran cacamento di cazzo. e quindi tutto questo impegno (nello studio, ma anche nella politica) lo fa quasi sorridere, perché lo trova privo di senso, una gran messa in scena da persone che cercano continuamente conferme. in fondo a stefano del fratello non frega molto, lo va a trovare per educazione, per non far scontenta la mamma, ma maurizio che “ce l’ha fatta” non lo impressiona e non suscita in lui alcun moto se non di vaga compassione e fastidio per doversi mostrare affettuoso o riconoscente. LOL ma poi a te magari non frega un cazzo delle mie idee. però m’ha fatto piacere leggere altra roba tua.
faccio finta di non conoscerti e di non averti già risposto via mail e ti dico che sì, anche io la vedo così e in effetti il finale sulla critica alla società è un riferimento a quelle opere che sembrano salvare le persone e condannare la “società”, come se le società non fosse fatta di persone. sai del tipo “poverini non è colpa loro, è la società”. mi sa che devo iniziare a giocare ad halo reach pure io.