non amo le coincidenze, e provo addirittura disgusto per il passato. però più o meno 3 anni fa, il 19 marzo 2005, piccolo, acido, paranoico e grafomane, scrivevo il post che segue, definendomi tra l’altro “una lucertola nera gonfia d’odio”. mi è tornato alla mente oggi, 23 marzo 2008, dopo aver visto per l’ennesima volta quel capolavoro di mary poppins. il post l’ho ritrovato grazie al diabolico web archive.
Unconsciously screaming
mi chiamo mp, datemi del lei, non parlate troppo forte, evitate il gergo giovanile o le espressioni dialettali, tenetevi almeno a un metro e mezzo di distanza, non fumate ma non lamentatevi se fumo io, non usate la parola “praticamente”, cercate di non parlare se non strettamente necessario e soprattutto, per quanto potete, vi prego, non toccatemi. sono qui per darvi una notizia.
il vostro ideale di felicità, cioè la bellissima sequenza animata di mary poppins, proprio quella con i pinguini camerieri, le mucche, i cavalli, dick van dyke col cappello buffo, felice come un pazzo anche se spazza i camini dei ricchi, e mary poppins che balla con voi, non è la realtà. so che ne eravate convinti, ma non è così. la realtà è questa: entrate in un bar con due persone – maschi, bianchi – che dicono di essere vostri amici, anche se vi ricordate a fatica i loro nomi e probabilmente loro ignorano del tutto il vostro. siete sicuri di averli visti da qualche parte, forse nella rubrica del cellulare, conoscete le loro facce, ma tra voi e loro c’è esattamente la stessa distanza che separava berlino ovest e berlino est, se capite in che senso. non lo capite? pazienza. comunque vi sedete. intorno a voi vedete altre persone, niente pinguini, niente mucche, nessuno ha l’aria di divertirsi veramente e forse è meglio così, perché avete la precisa sensazione che, se per caso qualcuno manifestasse un’insopportabile ed evidentemente falsa allegria ridendo rumorosamente, voi vi mettereste a sparare con un fucile mitragliatore automatico d’assalto AK47. per ora, meglio evitare.
a voi si uniscono gli amici dei vostri amici. vi rendete conto che state per prendere parte a un vero e proprio rito sociale; non ci siete abituati e per questo siete un po’ emozionati. ma non lo date a vedere. ed ecco che, improvvisamente, la realtà, quella vera, si palesa intorno a voi. mostri terrificanti seduti ai tavolini del bar. laidi uccelli dal becco audunco azzannano avidi cercopitechi sdentati. ripugnanti eunuchi che mangiano il proprio vomito vicino al bancone del bar. vesciche infami con gambe di ragno ordinano due caffè macchiati. un vecchio senza occhi ride e si infila una scopa in culo mentre donne orribili che coi denti triturano la propria lingua salutano calorosamente gechi iracondi che latrano e vomitano. “tu cosa prendi?”. e a un lato ci siete voi, una lucertola nera gonfia d’odio. “una fanta, grazie”. capite che la realtà non è supercalifragilistichespiralidosa, anzi. somiglia più a bosch. sia il pittore che il trapano.
la visione che avete avuto vi paralizza sulla sedia. rimanete immobili con la fanta in mano e uno sguardo estatico negli occhi, mentre gli altri – i mostri – ignari come sempre, portano avanti il rito sociale, stabiliscono una fitta rete di rapporti interpersonali e rafforzano il proprio ruolo all’interno del gruppo. voi, invece, state pensando ancora alla scena animata di mary poppins, al fucile mitragliatore automatico d’assalto AK47 e anche al perché avete ordinato una fanta. così, per vari minuti. intanto un rivolo di bava scende dalla vostra bocca, tocca quasi terra e controluce sembra un filo di una ragnatela; ma nessuno se ne accorge. gli amici dei vostri amici penseranno che siete l’amico malato che ogni tanto portano in giro per far vedere che vi sono amici nonostante le evidenti differenze a livello genetico. e che pensino pure così. vuol dire che non avranno nulla da dire quando vomiterete un denso liquido nero – poverino, penseranno, non è colpa sua – e non avranno nulla da dire neanche quando defecherete nelle loro bocche urlando il patriarca è qui a putriarti e a trasformarti in putrio, magari improvvisando qualche passo di danza. no, non diranno nulla, non ne avranno il coraggio. e allora sì che sarà supercalifragilistichespiralidoso. loro resteranno le bestie schifose che sono, chi con una testa da rana, chi con un corpo da coniglio, destinati inevitabilmente a concludere il processo di putrificazione già in atto, mentre voi perderete la vostra pelle di lucertola e volteggerete gioiosamente come dick van dyke, proprio con quel cappello buffo, felici di vivere anche se spazzate i camini dei ricchi, cantando OH QUANTO E’ BELLO PASSEGGIAR CON MARY! SE MARY E’ ACCANTO A TE! TI SENTI UN RE! IL CUOR TI BATTE IN PETTO E FA BEN! BEN! e magari finisce pure che mary poppins ve la chiavate, perché no.
2 risposte su “Sto ancora aspettando”
Un pezzo di storia come il pesce panico.
ahah il pesce panico! quanti bei ricordi.